Il 2017 è stato un molto particolare per il tennis francese. Chiuso con mille festeggiamenti per il trionfo in Coppa Davis, ha vissuto momenti altrettanto intensi anche nel settore femminile. Protagoniste, le due migliori giocatrici: Caroline Garcia e Kristina Mladenovic. Nella prima parte dell'anno, la Mladenovic è stata nettamente superiore, fino a giocare un Roland Garros da protagonista. È entrata tra le top-10 e sembrava pronta per salire ancora più in alto. Un infortunio al ginocchio a Wimbledon, invece, ha fatto svoltare tutto in negativo. Ferma ai box per 10 giorni, ha perso il tono muscolare e ha commesso l'errore di non modificare la programmazione. Da allora, non ha più vinto una partita. Dodici sconfitte consecutive che le hanno impedito di centrare un posto alle WTA Finals e le sono costate il sorpasso della ex amica Garcia. All'improvviso, Caroline ha messo il turbo e si è aggiudicata i super tornei di Wuhan e Pechino, facendo irruzione tra le prime otto e conquistando un posto a Singapore. Come se non bastasse, ha giocato un ottimo Masters (si è fermata soltanto in semifinale). Ma se fino all'anno scorso la Mladenovic avrebbe gioito per i successi della connazionale, nel 2017 è cambiato tutto. Nonostante l'arrivo di Yannick Noah sulla panchina di Fed Cup, le francesi si sono arrese al primo turno contro la Svizzera e poi hanno evitato la retrocessione battendo una Spagna ancora più disastrata. Del team non ha fatto parte la Garcia: dopo aver contribuito alla finale del 2016, persa per un soffio contro la Repubblica Ceca, ha scelto di concentrarsi sulla carriera individuale, insensibile al carisma di Noah. Dopo la sconfitta di Ginevra, la Mladenovic (supportata dalle compagne) ha rilasciato dichiarazioni al veleno contro la Garcia, peraltro senza mai nominarla. Le due facevano coppia fissa in doppio, ma quell'episodio ha segnato lo spartiacque del loro rapporto: la coppia è scoppiata e hanno smesso di parlarsi, peraltro con inserimenti politici di vario genere: a causa della sua renitenza, la Garcia ha rischiato una pesante squalifica della FFT. Se l'è cavata con una visita medica che ne ha certificato l'indisponibilità prima del match contro la Spagna. Anche per questo, il match al Roland Garros contro Alize Cornet (facente parte del clan Mladenovic) era stato caricato oltre misura, anche se poi non ci sono stati particolari incidenti diplomatici.
“NON LA PREGHEREMO DI TORNARE”
Il 2017 è ormai alle spalle, ma il problema si ripresenterà tra sei settimane, quando la Francia ospiterà il Belgio a La Roche Sur Yon, nel primo turno del 2018. In un'intervista-verità con l'Equipe, rilasciata prima di partire per Dubai, la Mladenovic ha espresso il suo parere su quello che potrà accadere nel 2018. “Convivenza con lei? Se dovesse accettare di giocare in Fed Cup, non direi mai di no soltanto perché c'è lei. Io sono molto professionale. È stata una scelta. Io non ho problemi con Caroline, è lei che ha deciso di non giocare più. Ovviamente abbiamo il nostro orgoglio e non le correremo dietro. Non sta certo a noi pregarla di tornare a giocare in Fed Cup. Ma non ci sono barriere: se vuole tornare, le porte non sono chiuse. La regola di Yannick è di tenere tutte sulla stessa linea. Però vuole che ogni giocatrice dia la disponibilità per l'intera campagna, non è che si può giocare a proprio piacimento. In fondo è facile: o sì o no”. Il messaggio è chiaro: se la Garcia vuole tornare, potrà farlo. Però dovrà rispettare le regole di un gruppo di cui fanno parte anche Alize Cornet e Pauline Parmentier, oltre ad Amandine Hesse (più complicato il rapporto con Oceane Dodin). E chissà che non possa aggiungersi la rediviva Marion Bartoli, che a fine marzo tornerà alle competizioni. Al tempo di Svizzera-Francia, i toni andarono un po' troppo oltre. Per questo, le parole della Mladenovic hanno un certo significato. La spaccatura sembra ricomponibile, ma deve esserci la volontà della diretta interessata. In tutto questo, sarà importante il ruolo di Noah: dopo aver guidato gli uomini al successo dopo 16 anni, potrebbe essere ancora più stimolato all'idea di centrare il successo anche con le donne, come peraltro gli era riuscito nel 2016. La Francia può farcela, ma non può prescindere dalle sue migliori giocatrici. Questo deve essere chiaro.