Veleni a Ginevra, dopo il KO della Francia contro la Svizzera in Fed Cup. Kiki Mladenovic contesta i valori sportivi di Timea Bacsinszky, rea – secondo lei – di chiamare dei medical time out tattici, e attacca anche l’assenza Caroline Garcia: “meglio perdere con persone vere e non egoiste”.
Kristina Mladenovic non ci sta. Ha provato da sola a tenere a galla la sua nazionale nella sfida di Ginevra contro la Svizzera, portando il punto dell’1-1 nella prima giornata e lottando per oltre tre ore con Timea Bacsinszky nella seconda, ma la sua Francia ha perso comunque, cadendo al primo turno dopo aver sfiorato il titolo nel 2016. Forse indispettita per la sconfitta, davanti ai giornalisti “Kiki” ha perso buona parte della dolcezza che la contraddistingue fuori dal campo, sparando a zero sulla Bacsinszky, rea – secondo lei – di essersi presa un medical time out tattico nel corso del terzo set. In realtà la svizzera (che aveva già fermato il match anche contro la Cornet al sabato, per una presunta puntura di un insetto) ha subito una torsione innaturale del ginocchio nel colpire una palla, decidendo per precauzione di chiedere l’intervento del fisioterapista nel bel mezzo di un game. Nulla di particolare, se non fosse che al rientro in campo ha vinto un punto molto combattuto saltando da un lato all’altro del campo, come da accusa della Mladenovic, e poi è scappata sul 5-2 vincendo i due game seguenti. Quella è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. “Capita a tutti di sentire dei dolori – ha detto “Kiki” – ma non tutti utilizziamo certi metodi. Lei invece lo fa spesso, si vede che è il suo modo di giocare. Io ho valori diversi”.Come se non bastasse la polemica a distanza con la Bacsinszky, la fresca vincitrice del WTA di San Pietroburgo ha riservato parole al veleno anche per la sua (ex?) amica e compagna di doppio Caroline Garcia, assente a Ginevra perché nel 2017 ha scelto di concentrarsi esclusivamente sull’attività individuale. Mentre versava lacrime di rabbia per il k.o., la Mladenovic ha tirato una lunga serie di frecciatine alla compagna, facendo capire di non aver digerito il suo forfait. Ma ci è andata giù pesante, dicendo di preferire il dover condividere una sconfitta con persone vere, attaccate alla maglia e senza egoismo, piuttosto che festeggiare una vittoria con un team diverso. E se nelle dichiarazioni di ieri di Sara Errani la frase “io non abbandono la barca che affonda” poteva essere letta o meno come una frecciatina alla Vinci, qui non ci sono dubbi. L’attacco è direttissimo, tanto da mettere in forte dubbio la possibilità di vederle di nuovo in campo insieme in doppio. Ne perderebbe la Francia, che si conferma il paese delle polemiche: erano 90 anni che aspettavano una coppia tutta francese in grado di vincere il Roland Garros, e potrebbero averla smarrita per un semplice week-end di Fed Cup. Fa male: l’Italia ne sa qualcosa.
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