Sembra che il tempo si sia fermato, o addirittura tornato indietro. La Kremlin Cup di Mosca è un torneo speciale per Andreas Seppi. Era terra di conquista per il suo idolo Yevgeny Kafelnikov, da cui ha tratto massima ispirazione. Massimo Sartori come guida, Yevgeny come mito da imitare, soprattutto nel modo di tirare il rovescio. Quello di Andreas è meno fluido, ma in qualche modo lo ricorda. Così come quello del giovane Andrey Rublev. Mosca, dicevamo: la Kremlin Cup era il feudo personale di Kafelnikov: finalista nel 1996 (KO contro Ivanisevic), si è imposto per cinque volte di fila, dal 1997 al 2001. Per questo, dei tre titoli ATP intascati da Andreas, Mosca 2012 ha un significato particolare. Fu la sua migliore stagione, coronata da una finale-thriller contro Thomaz Bellucci. Di quel giorno, Andreas ricorda soprattutto la possibilità di incontrare Kafelnikov e farci anche una foto insieme. Esaudì il sogno di ogni bambino: conoscere il proprio idolo dopo aver raccolto un bel successo. Per questo, sarà ben felice di aver centrato i quarti anche nel 2017 con una vittoria di tigna, simile a quelle che otteneva il miglior Seppi. Lui e Philipp Kohlschreiber sono cresciuti insieme: a parte la comunanza linguistica, sono nati a quattro mesi di distanza. Si conoscono da una vita. L'ottavo di Mosca era il dodicesimo scontro diretto. Andreas lo ha vinto nel modo migliore, per la gioia di Sartori e della moglie Michela, con lui allo Stadio Olimpico di Olimpiysky Prospekt. Andreas l'ha rimessa in piedi dopo un mucchio di difficoltà, imponendosi col punteggio di 6-7 7-6 6-3. Avanti di un break nel primo, lo perdeva al tie-break. Nel secondo succedeva lo stesso, ma a parti invertite. Il tedesco volava sul 4-2 e, soprattutto, aveva tre matchpoint sul 6-5. L'altoatesino era bravo a cancellarli ed era il punto di svolta del match: Andreas dominava il tie-break e poi azzeccava l'allungo decisivo nel quarto game, chiudendo poi senza patemi.