Le parole del presidente della Federazione Italiana Tennis dopo la finale a Wimbledon di Matteo Berrettini
Il risultato raggiunto da Matteo Berrettini a Wimbledon certifica per l’ennesima volta lo splendido stato di salute di cui gode il movimento tennistico azzurro. Il romano, sconfitto in finale ai Championships dal numero uno al mondo Novak Djokovic, è stato infatti il primo tennista italiano nella storia a giocare una finale nel tempio del tennis. “Siamo orgogliosi di Matteo e di quello che è riuscito a fare contro questo ‘mostro’ che probabilmente quest’anno vincerà il Grande Slam e sarà il terzo giocatore nella storia a riuscire in questa impresa – ha dichiarato Angelo Binaghi in un’intervista concessa a SuperTennis -. “Penso che la differenza non sia tanta, comunque, e che Matteo se ne sia accorto. Credo anche che a questi livelli se hai un risentimento muscolare come mi sembra che lui avesse è difficile riuscire a fare un miracolo, perché giocare contro Djokovic con una gamba sola è praticamente impossibile – afferma il presidente della Federazione Italiana Tennis -. “Credo che da questo momento si apra una nuova pagina, per Matteo e tutti gli altri ragazzi. Per il tennis italiano credo che questo debba diventare più normale di quanto sia stato finora. Non penso che passeranno altri 45 anni prima di vedere un altro italiano in finale di uno Slam. Questa è la vera scommessa. Credo che Matteo, al di là della grande soddisfazione e dei suoi meriti, sia riuscito a dare la consapevolezza a tutti gli altri membri della nostra squadra di Coppa Davis che questi siano traguardi raggiungibili per loro, per noi, per il nostro Paese. Da questo momento credo che parta una nuova era per il settore tecnico. Matteo ci ha fatto alzare l’asticella, ha dato più consapevolezza a tutto il tennis italiano”.
“È innanzitutto un successo di Matteo Berrettini, della sua splendida famiglia, di Vincenzo Santopadre e del suo staff. Questo è poi un successo del sistema, nel quale ci sono i giocatori, le società che organizzano tornei che servono per l’attività internazionale dei nostri giovani. Tra i tanti attori di questo sistema c’è anche la Federazione. Possiamo dire che il sistema funziona, lo dicono anche gli altri Paesi che l’Italia sta facendo cose straordinarie. Credo sia un buon successo per la mission della Federazione come Matteo ha dimostrato oggi di essere, come Jannik Sinner o Lorenzo Sonego riuscire a farli esprimere al loro meglio senza perderli per strada come succedeva in passato o come può succedere in altri sport. Ci accontentiamo di questo, ma dobbiamo porci obiettivi anche noi sempre più alti. La musica adesso cambia – rivela Binaghi –. Non tanto per il fatto che avrà più responsabilità e vorranno batterlo tutti. Ma sarà al centro dell’attenzione, dovrà cercare di selezionare gli appuntamenti, dovrà cercare di programmarsi ancora più attentamente di quanto fatto finora. Anche perché è terzo nella Race, adesso andrà a fare le Olimpiadi, la stagione è ancora lunga. Ci sono gli US Open, abbiamo le ATP Finals a Torino, la Coppa Davis. Ci sono ancora grandissimi appuntamenti che possono far sognare Matteo, e con Matteo tutti noi“ ha chiosato Angelo Binaghi.