Nella giornata dedicata al Media Day delle Nitto ATP Finals, andiamo a scoprire le sensazioni dei protagonisti, tramite le loro dichiarazioni: dai più attesi come Novak Djokovic e Daniil Medvedev agli esordienti come Hubert Hurkacz e Casper Ruud

È tempo di Media Day a Torino: nella mattinata di venerdì 12 novembre, gli otto migliori giocatori dell’anno hanno incontrato la stampa in vista del loro esordio alle Nitto ATP Finals. Da chi ha già giocato questo evento 13 volte, come Novak Djokovic, a chi è alla prima partecipazione, come Hubert Hurkacz e Casper Ruud, passando dai campioni delle ultime tre edizioni, Daniil Medvedev, Alexander Zverev e Stefanos Tsitsipas: andiamo a scoprire i pensieri dei protagonisti, a due giorni dall’inizio della manifestazione.

Protagonista assoluto, oltre il beniamino di casa Matteo Berrettini (cliccare qui per le sue dichiarazioni), è Novak Djokovic, numero 1 del mondo, nonché 5 volte campione dell’evento di maestri.Londra è stata una location di enorme successo, ma sono sicuro che lo sarà anche Torino – ha spiegato il 20 volte campione Slam -: l’Italia è una Nazione che ama lo sport e il tennis, soprattutto negli ultimi anni, sta spopolando. Le donne fino a 4/5 anni fa e gli uomini in queste stagioni stanno compiendo imprese magnifiche: basti pensare a Fognini a Monte Carlo, Berrettini a Wimbledon e non solo, Sinner ovunque giochi e Sonego a Roma. L’organizzazione è stupenda e non vedo l’ora di scendere in campo per le mie partite”.

L’altro grande favorito è niente meno che Daniil Medvedev, sconfitto dal serbo nella finale del Masters 1000 di Parigi-Bercy: Io e Djokovic ci troviamo molto bene insieme – ha raccontato il russo – e ci piace molto allenarci, scambiare insieme e parlare di tennis. Australia? Io ci sarò sicuramente, ma ciò non vuol dire che divulgherò le mie informazioni medico-sanitarie. Ciò vale non solo per il vaccino anti-coronavirus, ma anche per tutte le altre cose che riguarderanno il mio corpo”.

La terza testa di serie, invece, è Alexander Zverev, il quale, come spesso accade durante le sue conferenze stampa, si sofferma su un concetto per lui molto importante. A 24 o 25 anni non possiamo ancora essere chiamati Next Gen, non abbiamo più 18 o 20 anni – ha dichiarato Sascha –: il fatto che Djokovic sia ai massimi livelli, nonostante i suoi 34 anni, non vuol dire che noi siamo ancora giovanissimi. Ciò è dimostrato dal fatto che ci troviamo qui e che abbiamo vinto titoli importanti: io, ad esempio, ho conquistato la medaglia d’oro olimpica, così come Medvedev ha vinto gli US Open. Djokovic è ancora il più forte, e su questo non si discute, ma noi siamo maturati e abbiamo il livello per vincere i tornei più importanti”.

Subito dopo, la palla è passata a Stefanos Tsitsipas, che ha rassicurato tutti sulla sua partecipazione all’evento, dopo i dolori alla spalla di cui ha sofferto nelle prossime settimane. “Il dolore, in allenamento, l’ho sentito ancora, ma la situazione è in netto miglioramento giorno dopo giorno: mi sento pronto per giocare e darò il meglio di me“.

Hubert Hurkacz e Casper Ruud, invece, si sono soffermati sulla città di Torino e sull’Italia, sulla scia di quanto affermato dal numero 1 al mondo qualche minuto prima di loro. “L’atmosfera sarà incredibile – ha affermato il polacco –: ho giocato già a Roma e sono rimasto molto colpito dal calore di un pubblico che è, allo stesso tempo, amante del gioco e rispettoso degli atleti. Torino sarà una location che avrà tantissima fortuna”. Il norvegese, dal canto suo, ha raccontato: “Al momento del sorteggio dei gironi, mi sono sentito sollevato quando ho letto che non sarei stato nello stesso gruppo di Berrettini: i tifosi italiani sono fantastici e so che Matteo avrà una marcia in più, grazie alle motivazioni extra e al supporto che riceverà. Secondo me, sarà l’avversario più difficile da battere durante la competizione”.

Infine, la parola è passa ad Andrey Rublev, il quale ha rivolto dolci parole nei confronti di Djokovic e Ruud, entrambi presenti nel proprio girone.Sono contento che, finalmente, potrò sfidare Djokovic per la prima volta in carriera. È il migliore giocatore del mondo e mi piace l’idea di mettermi alla prova contro di lui: non avrò nulla da perdere e potrò giocare senza la solita pressione. Per quanto riguarda Ruud – ha proseguito il numero 5 del mondo –, devo dire che è una persona splendida e corretta in campo. Lo ammetto, molto più di me. Nell’ultimo anno è progredito tantissimo su tutte le superfici e affrontarlo sta diventando sempre più complesso”.