Le parole dell’unico italiano in finale al Queen’s prima di Matteo Berrettini

Matteo Berrettini, battendo oggi in due set Alex De Minaur, è diventato il secondo tennista italiano della storia ad essersi qualificato per la finale del prestigiosissimo torneo del Queen’s Club. Il primo a farcela è stato, nel 1998, Laurence Tieleman, il quale, dopo aver eliminato, tra gli altri, il beniamino di casa Tim Henman, si arrese soltanto all’australiano Scott Draper per 7-6 6-4. L’italo-belga scrisse una vera e propria pagina di storia: non solo era dovuto, in quell’occasione, partire dalle qualificazioni, ma si rese protagonista di vero e proprio exploit, essendo, alla vigilia del torneo, numero 253 del mondo. Per questo motivo, gli abbiamo chiesto un suo parere sull’impresa di Matteo e il nostro specialista dell’erba ci ha risposto con alcune dichiarazioni molto interessanti.

“Penso – afferma Tieleman – che domani Berrettini ha grandi possibilità di alzare il trofeo. Ho bellissimi ricordi al Queen’s Club soprattutto legati alle mie rimonte, che furono tante nell’edizione 1998. Ricordo che piovve tanto e questo fece sì che le condizioni fossero ancora più difficili da gestire. Vincenzo Santopadre, il suo coach, è bravissimo e mi è sempre piaciuto. Già ai miei tempi, comunque, l’erba era diventata più lenta e credo che lo sia tutt’oggi. Nonostante questo, se Matteo dovesse servire bene, sarà difficilissimo batterlo: l’unico consiglio che mi sento di dargli è quello di venire più a rete, perché ha le qualità per farlo e, inoltre, può intimidire gli avversari, vista la sua stazza”.