Le parole della tennista russa al termine della finale persa contro Krejcikova

Anastasia Pavlyuchenkova, prima di questo Roland Garros, non era mai riuscita, in 6 tentativi, a superare un quarto di finale in un torneo del Grande Slam. In quest’occasione si è davvero superata, poiché, oltre ad essere riuscita a sfatare il suo tabù, ha trionfato anche durante la semifinale, giungendo fino all’atto conclusivo. Oggi però ha dovuto inchinarsi dinanzi a Barbora Krejcikova, che ha ottenuto il primo Major in singolare al termine di tre set e quasi due ore di battaglia.

Dopo il match, la russa, che da lunedì tornerà in top 20, guadagnando 13 posizioni, ha potuto esprimere la sua soddisfazione per il brillante cammino di queste due settimane: “Non è mai bello – afferma la finalista – chiudere al secondo posto, ma devo essere grata per quanto fatto negli ultimi quindici giorni. Prima che iniziasse lo swing su terra rossa, mio fratello mi aveva detto che credeva tanto in me e che avrei potuto conquistare grandissimi risultati in questa stagione. Anch’io credo in me stessa, ma non mi sentivo in grande forma, pensavo mi ci volessero un paio di mesi in più. Poi ho raggiunto la semifinale a Madrid e la finale qui, sinceramente devo dire che non me l’aspettavo. Sono davvero felice. Ho dovuto fare una strada lunga e faticosa per giungere in una finale di questo calibro, era brutto perché mi sentivo così vicina ma, allo stesso tempo, così lontana. Credo in me, credo nel mio gioco, penso che posso puntare a replicare questo bel risultato. Questa è la ricetta per centrare questi obiettivi: non perdere mai l’autostima e divertirsi quando si scende in campo“.

In seguito, Pavlyuchenkova ha parlato del suo problema fisico, rivelando di soffrirne già da qualche giorno: “Non avevo detto niente – spiega l’ex numero 13 del mondo – perché ero ancora in gara e non volevo si sapesse, ma devo ammettere che il problema è al ginocchio sinistro e me lo sono procurato durante il match con Sabalenka. Nel terzo set di oggi il corpo mi stava dicendo di smettere, credo che avrei pianto in caso di vittoria, ma io non volevo assolutamente mollare. Poi, sul 3-3, ho perso il servizio contro vento e lei è riuscita a sfruttare molto bene l’occasione, continuando ad essere solida anche dopo il cambio campo. Sul match point non ho voluto far scendere l’arbitro dalla sedia: gli ho chiesto se fosse sicuro e lui mi ha rassicurata, dunque non avrei avuto alcuna chance controllando il segno”.

A proposito di autostima, la russa ha dichiarato che è stata aiutata molto dal percorso psicologico intrapresa circa un mese fa: Proseguirò certamente il lavoro con lo psicologo. Ho intrapreso questa strada poco prima di Madrid e non pensavo che mi avrebbe aiutato così tanto: in campo mi sento decisamente più a mio agio, mentre prima non era così e ogni tanto mi scoraggiavo. Volevo migliorare la mia mentalità e credo di essere sulla strada giusta: la cosa più importante è sapere di aver dato il 100%, perché, quando è così, non hai rimorsi. Anche oggi ho dato il massimo, forse lei era più in forma verso la fine. Devo chiaramente migliorare, ma per oggi ho fatto quello che potevo”