Le parole della numero 1 d’Italia, e attuale numero 31 del ranking WTA, dopo il bel successo ottenuto all’esordio su Diana Shnaider
Una bella vittoria per iniziare con il piede giusto l’avventura nel primo Slam dell’anno. Jasmine Paolini si è imposta con lo score di 6-3 6-4 sulla giovane russa Diana Shnaider e ha conquistato l’accesso al secondo turno degli Australian Open per la prima volta in carriera. Un successo non semplice contro una giocatrice imprevedibile, come sottolineato dalla numero 1 azzurra in conferenza stampa: “Oggi è stata una partita dura, sapevo che potevo vincere però poteva anche essere complicata. Non conoscevo la mia avversaria per nulla, non mi ci ero mai allenata, per cui non sapevo esattamente cosa sarebbe successo. Dovevo ovviamente fare il mio gioco, cosa che qui non mi è mai riuscita troppo bene. È andata bene e sono molto contenta. Io sto cercando di fare il meglio di quello che posso fare, concentrandomi sulla mia strada. Se fossi oggi n. 20 del mondo ma n. 2 d’Italia andrebbe bene lo stesso. Alla fine bisogna salire nel ranking, è quello che conta, poi essere 2, 3 o 4 d’Italia cambia poco“.
La toscana ha poi ricordato la finale raggiunta lo scorso anno in Billie Jean King Cup con l’Italia: “È stata una settimana pazzesca, per la situazione che c’era, per la forza che ci ha messo Tatiana, e per la forza che abbiamo messo noi. È stata una settimana diversa dalle altre, abbiamo tolti un po’ di ‘rami secchi’, eravamo concentrate su quello che potevamo fare, molto positive, il clima che c’era quella settimana non c’era mai stato, e probabilmente si è visto anche in campo. Non è arrivata la vittoria, ma qualche anno prima eravamo in C, quindi qualcosa di buono l’abbiamo fatto. Onestamente, se mi avessero detto che avremmo fatto finale non ci avrei mai creduto: io ero molto meno positiva di Martina, pensavo non avremmo superato i gironi, invece siamo arrivate in finale“.
Sulla possibilità di giocare in doppio con Sara Errani alle prossime Olimpiadi: “A me piace molto giocare il doppio con Sara, per due motivi. Innanzitutto per l’attenzione e la dedizione che lei mette nel giocare il doppio, ma poi anche perché si impara tantissimo. Lei mi guida un po’ quando giochiamo, io mi metto lì ed eseguo la sua idea, perché è stata n. 1 del mondo, ha vinto 5 Slam, c’è tanto da imparare“.
E sulla prossima avversaria, che sarà Tatjana Maria: “Ci ho perso lo scorso anno a Indian Wells, lei è una che varia tantissimo e serve bene. Il suo gioco è atipico, quindi la chiave sarà concentrarmi sul giocare bene il mio gioco e non farmi influenzare troppo da quello che farà lei“.