da Londra Federico Mariani – foto Getty Images
Roger Federer segue la strada battuta qualche ora fa da Djokovic centrando una vittoria di capitale importanza all’esordio nel round robin, in quello che può considerarsi già un vero spareggio senza cadere in errore. Più arduo il compito del basilese in quanto dall’altra parte della rete Tomas Berdych era da considerare un ostacolo più intricato di quanto può fare Nishikori, l’altro competitor del gruppo Stan Smith. Lo svizzero firma la vittoria numero quindici (la sessantesima di un grasso 2015) contro il ceco in una rivalità già arrivata al ventunesimo capitolo.
6-4 6-2 lo score al termine di settanta minuti di match in favore del fuoriclasse rossocrociato. Roger parte con le marce basse e nel secondo gioco due inusuali doppi falli consecutivi regalano a zero il break a Berdych. La reazione di Federer è rabbiosa nel punteggio: un parziale di dieci punti consecutivi restituisce al numero tre del mondo la parità sul 2-2 e nel quinto game un clamoroso errore con lo schiaffo al volo del ceco dona a Federer due palle break di fila. Non si scompone Tomas ed è bravissimo ad uscire dalle sabbie mobili di un parziale di eccessiva severità e tenere la battuta per salire 3-2. Questo game, tuttavia, è solo il preludio di ciò che avverrà perché sul 4-4, dopo una saetta col dritto vincente di Federer, il dritto abbandona Berdych che con tre errori piuttosto banali si consegna al più blasonato rivale. Federer ringrazia e nel decimo gioco mette in ghiaccio un primo set giocato in gestione, quasi col freno a mano tirato dopo trentotto minuti.
Forte del set appena incassato, Roger lascia andare i colpi e nel game d’apertura della seconda frazione piazza il secondo break consecutivo creando un evidente squarcio nella storia dell’incontro. Uno squarcio che nel terzo game diventa voragine con addirittura il terzo break di fila di stampo rossocrociato. Lo svizzero si permette qualche colpo d’accademia per incantare una O2 Arena in puro delirio. Il centrale londinese è dall’inizio alla fine un catino festante per quello che senza ombra di dubbio è il beniamino di casa, pur non essendo di casa. Il 6-2 finale libera il boato dell’Arena e regala al torneo un esaltante Federer-Djokovic capitolo 43 (col bilancio in perfetta parità a quota 21) che si disputerà con ogni probabilità nella sessione serale della giornata di martedì per decretare il comandante del girone.
Per quanto invece riguarda il destino di Berdych, a tenerlo in vita è la matematica, una flebile possibilità che passa obbligatoriamente da una vittoria con Nishikori martedì ed un successo che avrebbe del clamoroso proprio del nipponico su Federer nella giornata che chiude la fase a gironi (ipotizzando una vittoria di Djokovic sul basilese ovviamente). Il ceco conferma, quindi, l’abitudine che lo vede perdente nella giornata inaugurale (0-6 il bilancio) del Masters. Per Roger, invece, si tratta del successo numero 49 all’atto finale della stagione alla quattordicesima partecipazione di una competizione che lo vede guardare tutti dall’alto dei suoi sei sigilli.
Se c’è qualcuno che può anche solo provare ad impensierire il Djokovic che nel 2015 ha messo la maschera da imbattibile è senz’altro un Federer in formato deluxe. Nel corso dell’anno si sono ammirate prestazioni migliori del trentaquattrenne di Basilea, ma in questo clima e con questo pubblico è l’unico che può tentare l’assalto ad un fortino che pare razionalmente inespugnabile.