Il 30 marzo 1998, Marcelo Rios diventava il primo sudamericano numero 1 al mondo. Vent'anni esatti dopo, il tribunale respinge il suo ricorso e conferma una multa di 2.500 dollari per gli insulti rivolti ai giornalisti prima di Cile-Ecuador. Pur tenendo conto delle attenuanti, la multa iniziale è stata ritenuta congrua. Pagherà la federtennis.

Non è un anniversario felice per Marcelo Rios. Il 30 marzo 1998, esattamente vent'anni fa, il cileno diventava numero 1. Il giorno prima aveva superato Andre Agassi in finale a Miami e il ranking ATP uscito qualche ora lo premiava con il sorpasso ai danni di Pete Sampras. Quel lunedì, la top-10 ATP comprendeva anche Korda, Rafter, Rusedski, Kafelnikov, Corretja, Bjorkman, Krajicek e Kuerten. Qualcuno aveva ipotizzato che potesse festeggiare la ricorrenza con un'esibizione a Santiago con lo stesso Agassi, invece ha ricevuto una brutta notizia dal Tribunale Indipendente ITF. Oggetto: la multa ricevuta a seguito del suo comportamento con alcuni giornalisti prima del match di Davis tra Cile ed Ecuador. Vi abbiamo già raccontato com'è andata: il “Chino” si era detto “disponibile” per parlare con i giornalisti, ma alla prima domanda ha iniziato a insultarli. “Altre domande?”. Alla seconda, ha ribadito l'insulto ed è andato via. Lo scatto d'ira era costato 2.500 dollari alla federazione cilena (poiché in quei giorni Rios lavorava per conto della federtennis), ma pochi sapevano che aveva proposto reclamo. La vicenda processuale è stata piuttosto breve: Rios ha inviato all'ITF tre lettere: le prime due il 23 febbraio e il 6 marzo, l'ultima lunedì scorso come replica alle controdeduzioni dell'ITF. Il cileno chiedeva l'annullamento della sanzione per una serie di ragioni:

  • Si era già scusato pubblicamente, sia tramite Twitter che con una lettera inviata al Mercurio, il più importante giornale cileno.

  • La federazione non avrebbe dovuto essere punita perché il fatto non è avvenuto in un “contesto ufficiale”, perché non si trovava nel luogo esatto dove si sarebbe giocato il match di Davis.

  • Le sue parole non erano premeditate, ma sarebbero state “istintive”

Inoltre, ha chiesto che si tenesse conto del suo atteggiamento precedente, da lui definito “irreprensibile”, e poi ha sottolineato che le offese non erano rivolte a una persona in particolare, ma che semplicemente è stato un momento di nervoso nel momento in cui ha capito di "poter esprimere la sua rabbia in pubblico”.

Il ricorso di Rios è stato integralmente respinto. Il Tribunale, con sentenza emessa da David Casement con un dispositivo di 9 pagine, ha sottolineato quanto segue:

  • Rios è da considerarsi a tutti gli effetti un membro del team cileno di Coppa Davis, poiché è vice-capitano della squadra, come peraltro ha sottolineato lui stesso in una delle tre lettere. Per questo, deve rispondere al codice di condotta della Coppa Davis.

  • L'episodio è avvenuto presso uno dei campi secondari del Complejo Anit Lizana, sede dell'incontro di Coppa Davis, dove il team cileno si stava allenando. Per questo, aveva una “chiara connessione” con il match.

  • I giornalisti avevano pieno diritto di fare reclamo, perché il codice di condotta prevede che gli abusi verbali non debbano essere perpetrati nei confronti di ogni categoria, anche quelle non chiaramente indicate.

  • Non ci sono dubbi sul fatto che Rios si sia espresso in modo offensivo, definito dal Tribunale come “maleducato e improprio”, concordando con l'ammissione di colpa dello stesso “Chino”.

Il Tribunale ha tenuto conto delle attenuanti, ma Rios paga il fatto di aver negato di aver commesso una violazione per tutta la fase di appello, limitandosi a chiedere l'annullamento della sanzione. Tuttavia, considerando ogni aspetto, è stato deciso di non penalizzarlo ulteriormente. Per questo, la sanzione di 2.500 dollari è stata ritenuta corretta e proporzionata. Per via della “responsabilità oggettiva”, la multa non è a carico di Rios ma della federazione cilena. La sentenza si chiude con la seguente affermazione: “È un peccato che la squadra cilena debba vedersi detrarre la cifra dal prize money, ma questo è il sistema adottato dell'ITF. Sarà compito della stessa nazionale chiedere a Rios il rimborso per la cifra perduta”. Poteva essere un ventennale migliore per il "Chino": curiosamente, proprio come 20 anni fa, poco dopo Miami ci sarà un match di Davis tra Cile e Argentina. Allora vinsero 4-1 gli argentini, dando un retrogusto amaro al nuovo numero 1 del mondo. Stavolta la Davis potrebbe servire come consolazione…