E' la frase-provocazione di Sergiy Stakhovsky. Secondo l'ucraino, un notevole aumento dei premi sarebbe il modo migliore per rendere il tennis appetibile per i giovani. Poi se la prende con il format della Davis e spiega perché le carriere si sono così allungate: “Non sappiamo fare altro e non vogliamo rinunciare ai guadagni…”

PARLA STAKHOVSKY: "AGASSI ANDAVA PUNITO!" (Marco Caldara, dicembre 2014)

Le interviste di Sergiy Stakhovsky sono spesso le più interessanti. Di sicuro, quelle che fanno discutere. Quattro anni fa, l'ucraino ha vissuto il picco della sua carriera battendo Roger Federer al secondo turno di Wimbledon, peggiore sconfitta di sempre di Roger sul Centre Court. Oggi, mentre lo svizzero ha festeggiato il suo 19esimo Slam con la cena di gala e una sortita “alcolica” in un bar, Stakhovksy è franato al numero 114 ATP e si è parzialmente riscattato a Wimbledon, dove ha passato le qualificazioni prima di arrivare a sfidare Kei Nishikori. Intervistato dalla TV serba Sportklub, ha rilasciato una serie di dichiarazioni provocatorie, non prima di aver chiarito come mai è uno dei pochi a parlare senza peli sulla lingua. “Il tennis è un mondo difficile, in cui vieni crocifisso se hai un atteggiamento sincero. La maggior parte dei giocatori si devono preoccupare dell'immagine, degli sponsor e cose del genere. Io rispondo solo per me stesso”. Bastasse ragionare così, ogni intervista sarebbe una straordinaria fonte di notizie. Ogni volta che parla Stakhovsky, non manca la frase “da titolo”. Anche stavolta non ha deluso: quando gli hanno chiesto tre cose da cambiare nel tennis di oggi, ha sganciato la bomba virtuale. “I tornei di grande successo dovrebbero quadruplicare il montepremi. Chi perde al primo turno di Wimbledon deve guadagnare 100.000 euro”.

IL PRIZE MONEY DELLA DISCORDIA
Si tratta di una vecchia battaglia sindacale, su cui i giocatori hanno ottenuto buoni risultati, ma non ancora definitivi. Il motivo è semplice: i tornei del Grande Slam hanno un fatturato enorme, di centinaia di milioni di dollari. Per questo, i maxi-montepremi rappresentano una percentuale tutto sommato modesta (non si arriva neanche al 20%), mentre in diverse leghe professionistiche la fetta destinata agli atleti è ben più ampia. Il principio esposto da Stakhosky può essere corretto, ma poi si creano conseguenze sgradevoli. Ne abbiamo avuto un buon esempio a Wimbledon, quando diversi giocatori sono ugualmente scesi in campo pur senza essere in grado di giocare. Il caso più clamoroso riguarda Mandy Minella: la lussemburghese ha giocato singolare e doppio, pur essendo incinta di quattro mesi e mezzo! Motivo? Il sostanzioso assegno per chi perde al primo turno, che per diversi giocatori può rappresentare una preziosa fonte di serenità economica. Umano, ma per nulla sportivo. E allora è capitato che Janko Tipsarevic restasse in campo appena 12 minuti, intascando quasi 3.000 sterline al minuto. Casi del genere avvengono a ogni Slam, più o meno evidenti, più o meno celati. Per limitare il fenomeno, l'ATP (ma solo nei tornei sotto la sua egida) ha varato una norma che lascia il prize money del primo turno anche ai giocatori che si ritirano a tabellone compilato. Al loro posto gioca un lucky loser, che intasca denaro soltanto se vince almeno una partita. Il tennis è uno sport che offre guadagni importanti, ma a pochissime persone. Stakhovsky ne è ben consapevole. “Il tennis deve attirare i giovani – dice l'ucraino, che in carriera ha intascato quasi 5 milioni di premi ufficiali – ma i giovani vedono che un panchinaro di una squadra di calcio guadagna milioni, mentre un tennista intorno alla centesima posizione raccoglie circa 400.000 dollari (lordi) in un anno. E' normale che scelgano il calcio”. Cose ben note, così come le enormi spese che si deve sobbarcare un tennista.


Se raggiungi un certo livello, tuttavia, gli incassi sono buoni. Ed è difficile rinunciarvi. “Ci sono molti tennisti over 30 perché molti di noi non sanno fare altro al di fuori del tennis, allora investiamo tutto il possibile per restare in attività. Siamo onesti: al di fuori dallo sport è difficile trovare qualcosa che garantisca gli stessi guadagni. E allora sono arrivati nutrizionisti e fisioterapisti, utili per allungare una carriera”. Al di là di una vena polemica che a volte fatica a contenere (ricordate lo scambio di vedute con Martina Navratilova?), Stakhovsky è un tipo molto intelligente. E' tra i giocatori più attivi sui social media e spesso si occupa di politica, tanto da far pensare che il suo futuro potrebbe essere lì. “In realtà mi occupo solo di politica ucraina, sono un po' preoccupato per quello che è successo nel mio paese negli ultimi 3-4 anni. Condivido soltanto le notizie che mi interessano. Futuro? Di certo non farò politica: affari, investimenti o settore immobiliare potrebbero fare per me”. Per adesso, a 31 anni di età, il tennis rappresenta ancora la sua vita, anche se difficilmente lo vedremo protagonista nel nuovo format di Coppa Davis, che prevede la finale in campo neutro. “E' una vera catastrofe – dice Stakhovsky – se non ricordo male, i giocatori erano stati compatti nel votare a sfavore. La possibilità di giocare in casa e in trasferta era un fattore importante per i tennisti. Il nuovo format sarà un disastro”. Avrà ragione lui?