L’emirato nell’occhio del ciclone da più di un anno, tra visti negati, partite oscurate, e ritiri in serie. Murray, Davydenko e Tsonga le ultime vittime…

di Giorgio Spalluto – foto Getty Images

 

Non è decisamente un periodo fortunato per Dubai. E non ci riferiamo alla bolla immobiliare che ha messo a dura prova le borse mondiali tre mesi fa. L’emirato sta accusando un drammatico crollo dei prezzi immobiliari, che hanno subito cali dell’ordine del 50 per cento dopo che negli anni scorsi aveva acquistato notorietà mondiale come polo finanziario dell’area che fa sfoggio di innumerevoli grattacieli, tra cui il più alto del mondo.

 

Anche nel tennis, Dubai ha assunto un ruolo di primaria importanza nel corso degli anni, imponendosi come il torneo più prestigioso nel periodo che intercorre tra gli Open di Australia ed il primo Master 1000 della stagione. I successi in serie di Federer, che a Dubai risiede per buona parte dell’anno, non hanno fatto altro che nobilitare un torneo che da 2 anni sta vivendo una crisi molto meno prevedibile rispetto a quella del mercato immobiliare.

 

Ad inaugurare la serie di sciagure che ha colpito il ricco torneo, l’incidente diplomatico riguardante Shaar Peer, cui fu negato il visto lo scorso anno. La notizia suscitò diverse reazioni di sdegno un po’ dappertutto. L’emittente americana Tennis Channel si rifiutò di trasmettere l’evento, mentre il Wall Street Journal ritirò la sua sponsorizzazione. Andy Roddick rinunciò a difendere il titolo del 2008 per esternare tutto il suo disappunto. Pochi giorni dopo giunse il forfait di Roger Federer. Ufficialmente la decisione era dettata dalla necessità di recuperare completamente dall’infortunio alla schiena che aveva condizionato la fine della stagione precedente. La rinuncia di Roger si aggiungeva a quella dell’allora numero 1 del mondo, Rafael Nadal, vittima di un risentimento al tendine del ginocchio destro, patito durante la finale del torneo di Rotterdam. Il torneo che ne seguì, fu di bassissimo livello e vide un Djokovic, comunque opaco, imporsi per manifesta inferiorità dei suoi avversari.

 

L’edizione femminile appena conclusasi, orfana di Serena Williams e della Safina, ha dovuto fare i conti con le polemiche suscitate dalla decisione di “oscurare” i match della Peer, colei a cui era stato impedito l’accesso al torneo, dodici mesi prima. Sottoposta a procedure e condizioni di certo stressanti e poco gradevoli (spogliatoio personale e separato dalle altre giocatrici, security alle costole in ogni sua attività), l’israeliana è stata relegata sui campi secondari durante tutta la settimana, anche in occasione della semifinale contro Venus Williams. La tv araba Dubai Sports, che ha trasmesso tutti gli incontri del torneo, non ha mostrato nemmeno un’immagine dei match dell’israeliana (compresa la semifinale), a conferma dell’imbarazzo scatenato dalla presenza di Shahar nell’emirato.

 

Il dramma sportivo vissuto dall’emirato, è proseguito con i numerosi ritiri che hanno contraddistinto la vigilia del torneo maschile. Prima Del Potro e poi Roddick hanno preferito “passare”, per via di una non perfetta condizione fisica. Il giorno prima dell’inizio del torneo, a tabellone già sorteggiato, è giunta la ferale notizia dell’infezione polmonare che ha colpito Roger Federer: una mazzata per un torneo, già orfano di Rafael Nadal, a sua volta in bacino di carenaggio per il secondo anno di fila. Dopo un esordio tutt’altro che esaltante, sono usciti al secondo turno Nikolay Davydenko (ritiratosi per un problema al polso contro Berrer) ed Andy Murray, alle prese con vari acciacchi al ginocchio e alla schiena nel match perso contro Janko Tipsarevic. A completare l’ecatombe, l’uscita di scena contro Ivan Ljubicic di Jo Wilfried Tsonga, la cui partecipazione era in dubbio alla vigilia, per un problema addominale. Probabilmente sarebbe già stato eliminato al primo turno se non avesse incrociato sulla sua strada un ancor più malconcio Michael Llodra, reduce dalle fatiche del torneo vinto a Marsiglia.

A Dubai c’è la crisi. Tutti si domandano se la bolla “scoppierà”. Per adesso, gli unici scoppiati sembrano essere i tennisti. E siamo solo a febbraio…

 

© 2010  “Il Tennis Italiano” – Tutti i diritti riservati

 

[$EmbedVideoYouTube ID:=”a_FUTPGhkq0″; $]

 

Gli highlights della terza giornata del torneo di Dubai