L’associazione dei giocatori prende le difese dell’altoatesino dopo la programmazione folle che ha provocato il suo ritiro dal torneo parigino

La questione principale che ha fatto discutere ieri è stato il ritiro di Jannik Sinner dal torneo di Parigi-Bercy. Un segnale forte per contrapporsi a un’organizzazione del torneo poco elastica e inadeguata per un evento del genere. L’altoatesino ha chiuso il match contro Mackenzie McDonald alle 2.37 di notte e sarebbe dovuto tornare in campo alle 17.00 del pomeriggio successivo per l’ottavo di finale contro Alex De Minaur. Una situazione che ha fatto scattare alcuni colleghi di Sinner, ma soprattutto la PTPA (Professional Tennis Players Association), l’associazione dei giocatori indipendente dall’ATP creata da Novak Djokovic e Vasek Pospisil.

“E’ più importante che mai per i giocatori avere una voce sola per affrontare questioni come la programmazione degli incontri”, scrive sul profilo ufficiale Twitter la PTPA. A prendere le difese di Sinner è stato direttamente Pospisil che ha citato un caso che lo ha coinvolto proprio a Bercy nel 2018, quando terminò il match vinto contro Dusan Lajovic oltre la mezzanotte nelle qualificazioni e tornò in campo il giorno dopo alle 13, infortunandosi al disco nel match contro Benoit Paire e rimanendo fuori dai campi per nove mesi.

Per rafforzare la propria posizione, la PTPA ha citato il caso di Montreal: quest’estate in Canada, causa pioggia, Rybakina e Samsonova scendono in campo domenica mattina alle 14, la russa vince l’incontro e dovrà rientrare in campo alle 16 per la finale contro Pegula, che termina 6-1 6-0, essendo l’americana decisamente più fresca. Inoltre, Rybakina aveva concluso il suo quarto di finale con Kasatkina alle 2.55 del mattino.