di Giorgio Spalluto – foto Getty Images
L’appetito vien mangiando per Mikhail Youzhny che, dopo aver sorpreso tutti negli States raggiungendo la semifinale agli US Open, ha confermato di attraversare uno stato di forma invidiabile anche in Malesia. Nella finale di Kuala Lumpur ha, però, trovato pane per i propri denti, opposto a un giocatore in grande fiducia come il kazako Andrey Golubev. Reduce dalla storica qualificazione al World Group del proprio paese, il 23enne trapiantato da anni in Piemonte, ha fatto fuori uno dopo l’altro Robin Soderling, nei quarti, e David Ferrer in semi, giungendo in finale senza aver perso alcun parziale lungo il suo cammino. Al contrario di Misha che, invece, è andato vicino al k.o nei quarti contro Baghdatis (sotto di un set e 2 break) e Andreev in semifinale dove, dopo aver perso il primo parziale, si è aggiudicato 12 degli ultimi 14 game.
Anche nell’ultimo atto il russo si è imposto in rimonta, a dispetto del recentissimo precedente newyorkese in cui Golubev aveva raccolto la miseria di 8 giochi. Il kazako spreca l’“early break”conquistato in apertura di match, ma riesce comunque ad aggiudicarsi il primo set al tiebreak per 9-7 annullando 3 setpoint. Nel secondo Youzhny cambia marcia approfittando anche di un calo repentino del suo avversario che cede per due volte il servizio. Sul 5-1 in suo favore, chiamato a servire per il set, Mikhail si distrae concedendo a Golubev di accorciare le distanze e dimezzare lo svantaggio in termini di break. Al russo, però, basta ritrovare la concentrazione per strappare nuovamente il servizio e chiudere il secondo parziale col punteggio di 6-2.
Golubev sembra essersi spento. Probabilmente le grandi vittorie dei giorni precedenti cominciano a presentargli il conto in termini di energie mentali. Nei primi game del terzo set Youzhny però non affonda il colpo del k.o., concedendo a Golubev di rientrare in partita. E’ Andrey a rendersi più pericoloso in risposta. Per due volte (sul 3-3 e 4-4) si porta sul 15-30, ma in entrambi i casi è bravo Misha a prendere in mano le redini del gioco e a cavarsi d’impaccio. Si giunge così al tiebreak. Il più falloso dei due è indubbiamente il kazako che, dal 2-1 in suo favore, subisce un parziale di 6 punti a 2 per Youzhny che conquista il minibreak decisivo sul 3-3 grazie al passante in rete di Golubev susseguente a un chirurgico attacco del russo. E’ ancora uno splendido attacco in back a regalargli il punto della vittoria, per il 7-3 finale.
Il veterano russo, da poco rientrato tra i Top10, può così festeggiare il settimo alloro in carriera, il secondo quest’anno dopo il successo di Monaco di Baviera. Questo risultato gli consente di consolidare la decima posizione nella “Race” e di avvicinare coloro che lo precedono in classifica. L’8° posto utile per la qualificazione al Master (occupato da Fernando Verdasco) dista poco più di 500 punti. Un’inezia se si pensa che, prima della kermesse londinese, potrà partecipare a due Masters1000 e altrettanti 500 che da soli assommano tremila punti. E adesso inizia la fase della stagione storicamente a lui favorevole. Le Barclays Atp World Tour Finals non sono mai state vicine.
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