David conquista per la terza volta in carriera il titolo a Valencia, torneo che ha sancito il ritiro definitivo di Juan Carlos. In finale Dolgopolov cede 1-6 6-3 4-6 … di FABIO BAGATELLA

di Fabio Bagatella – foto Getty Images

Valencia parla ancora e sempre spagnolo. Per l'ottava volta in dieci edizioni, l'Atp 500 ha un padrone iberico. Nel 2012 il re è il valenciano David Ferrer che cala il tris, avendo già trionfato nel 2008 (sulla terra battuta) e nel 2010. In finale Ferru piega un agguerrito Alexandr Dolgopolov.

Per la sesta volta (in cinque incontri), il talento incostante di Alexandr Dolgopolov deve inchinarsi alla solida concretezza di David Ferrer. L'ucraino va molto vicino a ripetere il successo di Nizza (2011), ma a festeggiare è ancora lo spagnolo. Match teso ed intenso: dopo 1h e 48' è 6-1 3-6 6-4 per Ferrer. La dedica conclusiva non può che essere per l'amico Juan Carlos Ferrero, che proprio nel torneo di casa ha appeso definitivamente la racchetta al chiodo. 

Primi due parziali a senso unico, con Ferru implacabile in avvio di partita e Dolgo che reagisce alla grande breakkando subito l'avversario nella seconda frazione (2-0). Prima che lo spagnolo torni competitivo sul servizio dell'ucraino, si deve però attendere la fase finale del terzo parziale. E proprio il decimo gioco che riporta David al break-ball che è anche una palla match. Un dritto in rete di Dolgopolov chiude la contesa, con l'ucraino che poco prima non aveva concretizzato due breakballs per il possibile 4-3.

Per Ferrer, 17esimo titolo Atp in carriera (in 32 finali complessivi) e sesto nel 2012. Prima della finale, il leader del seeding non aveva mai realmente rischiato. A partire dall'esordio con Olivier Rochus, passando per i due derby con Albert Ramos e Nicolas Almagro, sino alla “semi” con Ivan Dodig, che gli ha strappato il secondo set per poi crollare nel “terzo”.

La settimana valenciana non ha lesinato emozioni e commozione. A partire dall'addio al tennis agonistico di Juan Carlos Ferrero, sconfitto in singolare all'esordio da Nicolas Almagro e spintosi sino alla semifinale del doppio, proprio in coppia col futuro vincitore. Con sole tre teste di serie giunte nei quarti di finale (tutti nella parte alta), la sezione bassa ha aperto le strada a numerosi outsider tra cui è emerso Alexandr Dolgopolov. L'ucraino, alla quinta finale Atp in carriera, ha ora un bilancio di 2 successi (Umago 2011 e Washington 2012) e 3 ko.    

La più grande sorpresa ella sette-giorni iberica è stata comunque Ivan Dodig. Il croato, reduce da una stagione deludente dove non aveva mai superato i “quarti” nel circuito maggiore e dove aveva perduto oltre 50 posti in classifica, ha superato le qualificazioni e si è arreso solo a Ferru. Dodig ha eliminato nell'ordine Thiem, Brands, Kohlschreiber, Hewitt e Cilic, perdendo un solo set (il secondo contro l'australiano) e conquistando i tre equilibratissimi tie-break giocati (nel secondo set contro il tedesco, contro il connazionale ed in “semi” con Ferrer).

Torneo positivo anche per Jurgen Melzer e Marcel Granollers. L'austriaco ha approfittato al meglio del “buco” lasciato da Jo-Wilfried Tsonga (tds 2), ritiratosi all'esordio, arrendendosi solo a Dolgopolov in semifinale. Lo spagnolo, al rientro dopo un lungo infortunio, ha retto due match per poi subire un netto ko contro l'ucraino.

Tra le delusioni tutti i giocatori impegnati per il Masters. Il solo Nicolas Almagro ha infatti saputo rispettare il suo ranking, cedendo però a Ferrer per la 12esima volta in 12 incontri, mentre sono usciti subito di scena Janko Tipsarevic, Juan Monaco, John Isner (oltre al ritirato Tsonga).