L'avventura di Sam Groth nel singolare di Wimbledon si è esaurita al primo turno delle qualificazioni, dove ha perso al fotofinish contro il nostro Simone Bolelli. Non l'aveva presa benissimo, visto che ha spaccato la sua racchetta dopo il doppio fallo che aveva sancito l'11-9 al terzo, e poi l'ha scagliata via. In realtà, Groth si sta specializzando nel doppio. Gli è andata decisamente meglio, con una sconfitta negli ottavi insieme all'esperto Robert Lindstedt dopo un buon successo contro Murray-Soares, teste di serie numero 3. Si erano aperti il tabellone, invece sono inciampati al turno successivo contro il duo tutto croato, composto da Nikola Mektic e Franko Skugor. Archiviata la delusione, Groth (ex marito della ex giocatrice Jarmila Gajdosova, slovacca, che ha preso il passaporto australiano dopo il matrimonio con lui) si è rituffato nel tour con l'obiettivo di risollevarsi anche in singolare. In un filmato realizzato per il suo video blog, tuttavia, ha raccontato la sua piccola odissea per arrivare a Newport, Stati Uniti, sede dell'ultimo torneo stagionale sull'erba. E' sempre interessante leggere queste storie: accadono spesso, ma raramente escono dalla sfera privata dei giocatori, anche nell'epoca dei social network. E pensare che il viaggio da Londra a Newport doveva essere abbastanza agevole. Partenza al mattino presto e volo diretto per Chicago, dove avrebbe trovato una coincidenza per Providence, Rhode Island, distante una cinquantina di chilometri da Newport. L'arrivo era previsto per le 14.30 locali, perfetto per sistemarsi in attesa dei primi allenamenti (a causa del suo ranking al n.201 ATP, Groth è costretto a giocare le qualificazioni).
OTTO ORE DI RITARDO E TRE VITTORIE
Per sua sfortuna, un'ondata di maltempo ha colpito tutta la zona di Chicago e il suo aereo ha dovuto volare intorno all'area per un'ora prima di avere l'OK per l'atterraggio. Una volta atterrato, il volo per Providence è stato ritardato, ritardato…e poi cancellato. Altro che “provvidenza”. C'era anche l'opzione di un volo per Philadelphia (circa 450 km di distanza da Newport), ma alla fine non l'ha preso. Lo hanno messo su un volo per Boston, scelta decisamente migliore perché distante appena una settantina di miglia da Newport. La soddisfazione è franata quando, all'arrivo, uno dei suoi bagagli era andato perduto. Si era perso nel pasticcio di Chicago. Ad ogni modo, l'australiano è arrivato a Newport alle 22.30, con otto ore di ritardo rispetto al previsto, e ha fatto appena in tempo a mangiare qualcosa prima di crollare a letto. “Amo davvero Newport – ha detto Groth – probabilmente è uno dei luoghi dove preferisco giocare. I campi sono noti per essere piuttosto morbidi e favoriscono i giocatori d'attacco, poi c'è la sede della International Tennis Hall of Fame. Ah, finalmente è arrivato il mio bagaglio”. L'avventura è iniziata benissimo, poiché ha superato le qualificazioni grazie alle vittorie su Alessandro Bega e l'americano William Blumberg. L'avventura è andata avanti: all'esordio nel main draw ha superato un altro qualificato, l'americano Austin Krajicek, col punteggio di 6-7 7-6 6-3. Adesso è atteso da John Isner, testa di serie n.1. Con il suo servizio-bomba (è il più potente del tour, come è stato misurato qualche anno fa all'ATP Challenger di Busan), può essere un elemento molto pericoloso sull'erba del Rhode Island. Dopo tutto quello che ha passato, meriterebbe un exploit.