Venus Williams tira il servizio più potente della storia, ma non viene omologato perchè non c'è il sistema di rilevazione approvato dalla WTA. Tra le “vittime” anche Lisicki e Groth. 
Sam Groth in posa con il radar che gli ha assegnato un servizio a 263 km/h

Di Riccardo Bisti – 27 settembre 2013

 
Per fortuna Venus Williams non si è fatta male alla spalla. Altrimenti, oltre al danno ci sarebbe stata la beffa. Durante il match contro Eugenie Bouchard (vinto in tre set), l’americana avrebbe tirato il servizio più potente nella storia del tennis femminile: 209 km/h (129,9 miglia), velocità da fare invidia a tanti colleghi del circuito ATP. In realtà, Venus già detiene il record per aver scagliato un missile a 207,6 durante lo Us Open 2007. Stavolta avrebbe fatto ancora meglio, ma il risultato di Tokyo resterà nella memoria…ma non negli annali. La WTA, infatti, non riconoscerà il primato perchè a Tokyo viene utilizzato un sistema di rilevamento diverso rispetto a quelli di molti altri tornei. La WTA riconosce soltanto i risultati fatti registrare dalla società IDS. “So di aver servito molto forte in questo torneo – ha detto Venus dopo il match – ma non so esattamente quanto. Di sicuro ho tirato i servizi più potenti da quando sono rientrata dall’infortunio alla schiena”. Il radar le è stato amico, ma le regole no. E i suoi 209 km/h non entreranno nemmeno nei record ufficiosi. Il medesimo destino è toccato a Sabine Lisicki. Qualche anno fa, la tedescona tirò un missile a 210 km/h durante il Tournament of Champions di Bali (ancor prima che si trasferisse a Sofia). Neanche allora, il record non fu riconosciuto perchè IDS non era sul posto.
 
“In effetti i sistemi di rilevazione sono diversi da tutte le parti, non credo che per noi giocatori sia importante” ha detto il bombardiere Milos Raonic. Ma è giusto che ATP e WTA non riconoscano alcun record ufficiale? Certo. E’ giusto perchè i radar non sono presenti in tutti i campi e in tutti i tornei, con un’evidente disparità di trattamento. E lo stesso concetto che fa turare il naso a chi non è convinto di Hawk Eye. “Bello e utile, ma se viene usato solo nei campi principali…”. Non è la prima volta che si accende un dibattuto su un presunto record di velocità. Lo scorso anno si è parlato a lungo delle 163,4 miglia (263 km/h) fatte registrare da Sam Groth al challenger coreano di Busan. Groth era in svantaggio 5-3 contro il bielorusso Uladzimir Ignatik, ed era avanti 30-0 sul suo turno di servizio. Ha preso l’asciugamano, ha fatto un bel respiro e ha tirato una saetta. Nel corso della stessa partita (comunque persa 6-4 6-3) sparò altri due servizi oltre i 251 km/h fatti registrare da Ivo Karlovic. Tuttavia non ne parlò nessuno. Fu lui a diffondere la notizia su Twitter, facendola scivolare sugli schermi di tutto il mondo. Qualcuno ci credette, come Ivo Karlovic (“Non c’ero e non posso valutare, però so che Sam ha un gran servizio”), altri no, come Paul Annacone (“Ho visto giocare Groth, non è possibile”). A Busan, il rilevamento era preso dalla Flightscope, un delle società più importanti del settore. Prima di rendere pubblica la notizia, l’ATP verificò che a Busan fossero attivi gli stessi macchinari che Flightscope usa nel circuito maggiore.
 
Ebbe la conferma, ma non ci furono ulteriori approfondimenti. Al contrario, Flightscope diede il via a un’indagine interna per verificare la veridicità del dato. Stephen Parry, dipendente dell’azienda, disse che la valutazione non era corretta e Groth aveva servito a 153 miglia. Poco dopo, venne smentito da Henri Johnson, inventore dell’apparecchiatura, il quale disse che il servizio viaggiava effettivamente a 163 miglia. Parry ha poi ritrattato la sua versione, dicendo che aveva letto male i dati. A parte il record (lo stesso Groth minimizzò, dicendo che un servizio-bomba non fa diventare campioni), tanti giocatori da challenger si arrabbiarono perchè si sentivano discriminati rispetto a quelli del tour, come se i loro risultati avessero meno valore. I challenger offrono meno soldi e meno punti ATP, ma fino a prova contraria la dimensione del campo e delle palline è esattamente la stessa. Il "problema" è che Flightscope non è utilizzata negli Slam, dove spadroneggia la compagnia IDS, peraltro utilizzata nella maggior parte dei tornei. Su un piano squisitamente tecnico, le due compagnie utilizzano una tecnologia diversa che può generare risultati differenti, soprattutto sui servizi piatti e angolati. Anche per questo, il dibattito non terminerà mai, a meno che non venga usato lo stesso sistema di rilevazione in tutti i tornei (Slam, ATP, Challenger, Futures) e su tutti i campi. La tecnologia avanza, ma questa è pura utopia. Così come la classifica che trovate qui sotto, inserita…just for fun.
 
I SERVIZI PIU’ POTENTI NELLA STORIA DEL TENNIS
 
UOMINI
1) Sam Groth – 263 km/h – Challenger Busan 2012
2) Albano Olivetti – 257 km/h – Challenger Bergamo 2012
3) Ivo Karlovic – 251 km/h – Coppa Davis 2011
4) MilosRaonic – 250 km/h – Toronto 2012
5) Andy Roddick – 249 km/h – Coppa Davis 2004
6) Roscoe Tanner – 246 km/h – Palm Springs 1978
7) Joachim Johansson – 245 km/h – Coppa Davis 2004
8) Feliciano Lopez – 242 km/h – Toronto 2008
9) John Isner – 241 km/h – Cincinnati 2011
10) Taylor Dent – 241 km/h – Rotterdam 2006
 
DONNE
1)  Venus Williams – 209 km/h – Tokyo 2009
2)  Serena Williams – 207 km/h – Australian Open 2013
3)  Julia Goerges – 203 km/h – Roland Garros 2012
4)  Brenda Schultz McCarthy – 202,7 km/h – Indian Wells 2007
5)  Sabine Lisicki – 201,2 km/h – Stanford 2011
6)  Anna Lena Groenefeld – 201,1 km/h – Indian Wells 2009
7)  Ana Ivanovic – 201 km/h – Roland Garros 2007
8)  Kristina Mladenovic – 200 km/h – Roland Garros 2009
9)  Tatjana Malek – 199,6 km/h – Us Open 2012
10) Na Li – 199 km/h – Roland Garros 2010
 
* La classifica non tiene conto dei 210 km/h fatti registrare da Sabine Lisicki a Bali. Quest’anno, Ryan Harrison ha fatto registrare un servizio da 152 miglia a Cincinnati, ma un'analisi più attenta ha rivelato che il servizio andava a 138.