Il ventenne Carlos Taberner ha chiuso il 2017 nei primi 200 del mondo, e ha appena vinto i Campionati assoluti spagnoli. Eppure, il suo obiettivo è ancora quello di rendere il tennis un lavoro. “Non posso ancora vivere di questo sport –ha raccontato – e quest’anno ho speso più di quanto ho guadagnato”. L’ennesima testimonianza di un sistema che dovrebbe funzionare meglio.Fra i vari studi che hanno portato all’ideazione da parte dell’ITF del nuovo Transition Tour che farà il suo esordio nel 2019, la Federazione Internazionale ha delegato alla Kingston University di Londra il compito di calcolare quale fosse il cosiddetto break-even, la posizione in classifica necessaria per pareggiare entrate e uscite. È emerso che a livello maschile si inizia a guadagnare qualche soldo, o almeno a smettere di perderli, stazionando attorno alla posizione numero 336 del ranking ATP, ma medie e calcoli, in certi casi, lasciano il tempo che trovano. Hanno più valore le testimonianze dei diretti interessati, di chi il portafoglio lo apre ogni settimana, più volte al giorno, per una lista della spesa infinita: voli, treni, taxi, hotel, allenamenti, coach, pasti, attrezzature, incordature, lavanderia e tanto, troppo altro. Come il ventenne Carlos Taberner, il cui nome ha circolato nei quotidiani spagnoli nello scorso fine settimana, quando alla Real Sociedad de Tenis di Granada ha vinto (in singolare e doppio) l’edizione numero 104 dei Campionati assoluti di Spagna. La diretta televisiva su RTVE della sua vittoria contro Pedro Martinez gli ha regalato una popolarità mai avuta prima, attirando l’attenzione dei media, ed è proprio in una delle interviste “guadagnate” con la vittoria che il valenciano ha rivelato senza paura le difficoltà di un giocatore del suo livello. Ha iniziato il 2017 fuori dai primi 300 del mondo e l’ha chiuso al numero 186, con due finali e tre semifinali a livello Challenger, eppure non può ancora definire il tennis un lavoro vero e proprio. “Fino a oggi – ha raccontato – non posso vivere di questo sport. Sono molto motivato a fare progressi, ma fino a quando un giocatore non raggiunge i primi 100 del mondo è difficile vivere di tennis. Nel 2017 per giocare a tennis ci ho rimesso dei soldi, spero che il prossimo anno vada meglio”. Significa che negli ultimi dodici mesi per sostenere la propria attività Taberner ha speso più dei 36.784 dollari lordi incassati a livello internazionale, oltre il doppio dei 67.879 conquistati in carriera. Facile intuire come sia andata negli anni precedenti, con entrate ancora inferiori.
UN PROBLEMA DI TUTTI
Quello dei guadagni miseri per i tennisti che non raggiungono certi livelli è un discorso dibattuto da anni, ma che ancora non ha trovato una soluzione adeguata. E nemmeno ci si è andati vicini. Per carità, ci sono sport in cui anche i più forti al mondo (e si parla di primi dieci) faticano a guadagnarsi da vivere, ma qui entra in gioco anche la popolarità mondiale della disciplina, con la conseguente capacità di attirare sponsor, televisioni e interessi globali. È vero che i tornei Challenger sono molto legati al territorio, e la baracca-tennis la mandano avanti una dozzina di nomi al mondo, ma in uno sport in cui circolano milioni e milioni di dollari, e che richiede ai giocatori sacrifici enormi e professionalità 24 ore su 24, è corretto che solo i primi 100 uomini e le prime 100 donne possano garantirsi una buona stabilità economica? La soglia andrebbe almeno raddoppiata. “Ho amici – spiega ancora Taberner – che quando vedono che ho incassato più di 60.000 dollari pensano che sia una buona cifra, quando in realtà di questi soldi non ne ho visto nemmeno uno. Anzi, ne ho spesi molti di più. Nel 2018, fortunatamente, avrò alcune sponsorizzazioni, e se riuscirò a far bene potrei iniziare a guadagnare qualcosa”. Il suo 2018 inizierà dal nuovo ATP 250 di Pune, mentre successivamente sarà in gara nelle qualificazioni dell’Australian Open, suo primo torneo del Grande Slam. Lì dove iniziano a girare soldi importanti anche per chi perde subito. Chi l’ha visto da vicino scommette che il ventenne di base alla Lozano-Altur Tennis Academy di Valencia (dove è tornata anche Sara Errani) difficilmente avrà problemi a vivere di tennis, visto che ha i mezzi per scalare la classifica in fretta. Ma indipendentemente dal suo caso il problema rimane. E per un Taberner che magari dimenticherà presto il problema economico, ci sono tanti altri giocatori costretti a conviverci per tutta la carriera.