Vedendolo giocare in Australia, incapace di reagire a Tennys Sandgren, si era capito che Stan Wawrinka aveva sbagliato qualcosa. Di sicuro ha sbagliato i tempi con cui ha deciso di rientrare dopo l'operazione al ginocchio. Da quando è tornato, non è mai stato in grado di giocare su buoni livelli. Non contento, dopo l'Australia ha insistito con una programmazione addirittura intensa, con ben tre tornei a febbraio: Sofia, Rotterdam e Marsiglia. Una sconfitta dopo l'altra, fino al triste ritiro a Marsiglia, durante il match contro Ilya Ivashka. Nel post match, Stan è stato chiaro: sul 3-3 ha avvertito un dolore improvviso al ginocchio, qualcosa che se fosse arrivato il giorno prima “non sarei nemmeno sceso in campo”. Si è comunque fatto apprezzare dal torneo e dagli appassionati restituendo l'ingaggio, come ha fatto sapere il direttore del torneo Jean Francois Caujolle. Il disastroso avvio di stagione lo ha convinto a fermarsi e fare il punto della situazione. Da qui, la decisione: Stan non andrà negli Stati Uniti e non giocherà i Masters 1000 di Indian Wells e Miami. D'altra parte, le sconfitte contro Mirza Basic e Tallon Griekspoor – con tutto il rispetto – indicano una condizione del tutto inadeguata. Meglio fermarsi, riprendere ad allenarsi e tornare per la stagione sulla terra battuta, superficie che gli è amica e dove l'impatto col terreno è più soffice, dunque meno severo per le ginocchia. “Purtroppo devo annunciare che non giocherò né a Indian Wells, né a Miami – ha fatto sapere tramite un comunicato – si tratta di due eventi straordinari, ma tornare dopo un grande intervento chirurgico è complicato. Dopo aver giocato alcuni tornei ho discusso con il mio team e abbiamo concluso che è meglio sviluppare i miei progressi tornando ad allenarmi”.
LA NECESSITÀ DI UN COACH
Wawrinka ha poi aggiunto di essersi goduto il piacere di tornare a giocare nel tour, e che gli ultimi tornei gli hanno dato ancora più motivazione. “Il mio obiettivo è trovare nuovamente il mio miglior livello, e per farlo continuerò a lavorare duro ogni singolo giorno”. Dovesse rimettersi in sesto, un mese di pausa e una superficie che gli piace potrebbero riproporlo ai massimi livelli. Stan ha vinto il Roland Garros nel 2015, mentre lo scorso anno ha raggiunto una splendida finale, battuto soltanto da un incontenibile Rafa Nadal. “Devo essere paziente e dare al mio corpo il tempo necessario per recuperare, ma adesso il mio obiettivo è tornare per i tornei sulla terra battuta. È una fase della stagione che adoro e spero di arrivarci nelle migliori condizioni”. La sensazione è che Wawrinka non abbia gestito troppo bene il decorso post-operatorio. La fretta di tornare lo ha esposto a brutte figure: se da un lato è stato positivo tornare a giocare, dall'altro potrebbero averne minato più di una certezza. Inoltre Stan è ancora senza una guida: la separazione con Magnus Norman non è stata indolore. Nell'attesa conferenza stampa del 1 dicembre, in cui ci si attendeva chissà qualche annuncio, in mezzo a tante banalità ha tirato un paio di frecciate al suo ex coach, con cui ha lavorato per quattro anni e mezzo. Il sodalizio è terminato per scelta di Norman, e Stan non l'ha presa benissimo. I due sembrano poi essersi chiariti a giudicare dai messaggi al miele via Twitter, ma il problema rimane. Uno come Norman, probabilmente, avrebbe impedito una gestione così approssimativa. Per Stan, sceso al numero 12 ATP, sarà importante trovare un coach di qualità che sappia indicargli la via. Per adesso, la confusione regna sovrana.