Aveva giocato un terzo turno allo Us Open, ma Thomas Fabbiano non aveva ancora vinto una partita nel main draw di un Masters 1000. A 28 anni e 9 mesi, il pugliese si è tolto lo sfizio a Indian Wells. Nella serata americana, ha giocato il match che serviva contro Bradley Klahn (n.166 ATP), omaggiato di una wild card in virtù della finale ottenuta a Newport Beach, valido per la Oracle Challenger Series (che metteva in palio un paio di inviti per i migliori americani). Non poteva esserci avversario migliore per un Thomas maturo e concentratissimo, bravo a non complicarsi la vita e a firmare un doppio 6-4 che gli regala un'affascinantesfida al numero 1 americano Jack Sock. La curiosa conformazione dei tabelloni di Indian Wells e Miami (96 posti con 32 bye) svaluta un po' il primo turno. Non a caso, questo successo vale appena 20 punti ATP. Ma il significato è ben più ampio, perché finalmente Tommy si toglie la zavorra dei primi turni dopo le sconfitte a Roma (2008 e 2015), Montreal (2017) e Cincinnati (sempre 2017, da lucky loser). Le sue caratteristiche sono ben note: poca potenza, tanto cervello, gambe veloci. Anni fa, aveva sviluppato un servizio molto potente se relazionato alla sua altezza (173 centimetri). Oggi lo tira di meno ma è un buon colpo, vario, ottimo per mettere in difficoltà l'avversario. Inoltre gioca piuttosto bene a rete e lo ha dimostrato contro Klahn, raccogliendo 16 punti su 19 discese. Da sottolineare i due rovesci che gli hanno dato il break decisivo nel quinto game del secondo set: prima un passante, poi una risposta fulminante. A Thomas è bastato un break per set e 84 minuti per agitare il pugnetto, senza particolare esaltazione: buon segno: sa che un successo del genere è nell'ordine delle cose, che fa parte di un processo di crescita che si sta avvicinando alla sublimazione.
NIENTE DA PERDERE CONTRO SOCK
Dando un'occhiata alla sua carta d'identità, ci si domanda se potrà diventare un nuovo Paolo Lorenzi. In fondo, il senese è entrato tra i top-100 a 28 anni e ha vissuto le migliori stagioni ben oltre la trentina. Va detto che Lorenzi ha un fisico eccezionale e qualche cavallo in più nel motore, ma Fabbiano possiede una tecnica più pulita e un esempio mica male, quel Diego Schwartzman (3 centimetri più basso di lui) che vince ATP 500 ed entra tra i primi 20 al mondo. Tommy ha sempre sostenuto che la scarsa altezza non rappresenta uno svantaggio: “Se ci perdo da una parte, recupero dall'altra” dice da anni. In comune con Lorenzi possiede una grande professionalità e un'attenzione maniacale al dettaglio. Entrambi hanno provato diverse partnership tecniche prima di raggiungere l'assetto ideale (Lorenzi con Claudio Galoppini, Fabbiano con Fabio Gorietti). E allora è legittimo sperare che Tommy possa quantomeno conservare un ranking faticosamente conquistato in giro per il mondo. Adesso ha bisogno di punti: l'anno scorso, di questi tempi, faceva incetta di vittorie nei Challenger asiatici. Prima di oggi, nel 2018 aveva vinto una sola partita ma non si è perso d'animo, anche perché la sua stagione era iniziata con i preziosi allenamenti con Roger Federer. Questo successo può essere un punto di partenza, anche se vale più per il portafoglio (25.465 dollari) che per la classifica. Anche Sock viene da un avvio di stagione avaro di vittorie: Tommy potrà giocare su un campo importante e non avrà niente da perdere contro un avversario che, invece, si giocherà molto. È la condizione ideale per fare bella figura. L'Italia, intanto, si prende un pizzico di fortuna: il forfait in extremis di Nick Kyrgios ha consentito a Matteo Berrettini di entrare in tabellone come lucky loser. Se la vedrà con Daniil Medvedev.
MASTERS 1000 INDIAN WELLS – Primo Turno
Thomas Fabbiano (ITA) b. Bradley Klahn (USA) 6-4 6-4