Da Thiem a Thiem. È fin troppo facile scrivere l'attacco per raccontare la prima sconfitta di Rafael Nadal sulla terra battuta, dopo 21 vittorie e 50 set consecutivi. Vien da pensare che non sia un caso che a batterlo sia stato proprio Dominic Thiem, lo sparapalle austriaco, prodigio di muscoli e bava alla bocca. Dal 19 maggio 2017 (Foro Italico) all'11 maggio 2018 (Madrid, Stadio Manolo Santana), Rafa aveva dato la viva sensazione di essere imbattibile. E tanti dettagli fanno pensare che riprenderà a comandare già a Roma, dove le condizioni di gioco sono più adatte al suo tennis rispetto a quelle di Madrid. Ma resta la sensazione per una sconfitta inattesa, a maggior ragione dopo il 6-0 6-2 che Rafa aveva rifilato allo stesso avversario, tre settimane fa, a Monte Carlo. Quando Rafa perde sulla terra rossa è sempre una notizia, giacché è successo soltanto 36 volte da quando ha messo piede nel professionismo. Tra i tanti avversari, soltanto in tre lo hanno battuto tre volte: Gaston Gaudio (che però aveva trovato un cucciolo di Rafa, a inizio carriera), Novak Djokovic e adesso Dominic Thiem. Ci vorranno le sentenze definitive di Madrid e Roma per comprendere il significato di questa partita, ma la simbologia è già pronta: è Thiem l'avversario principale di Rafa per la caccia all'undicesimo Roland Garros. Un avversario che – non è banale dirlo oggi – sembra ancora a distanza di sicurezza. “Dovevo giocare una partita straordinaria, ed è quello che ho fatto – ha detto l'austriaco – ma penso che la cosa importante sia scendere in campo pensando di potercela fare. Ovviamente, a Monte Carlo, mi aveva 'ucciso'. Per questo è stato molto importante scendere in campo con l'atteggiamento giusto. Un atteggiamento vincente”. Thiem si è mosso alla grande ed era fisicamente pronto ad sostenere scambi duri e faticosi, da togliere il respiro. “Sono stato aggressivo e gli ho fatto male con i miei colpi, inoltre non ho commesso errori stupidi. È stato importante”.
“DOMINIC È STATO PIÙ BRAVO DI ME”
In semifinale, l'austriaco troverà Kevin Anderson. Parte favorito, ma ci ha perso sei volte su sei (anche se su superfici diverse dalla terra battuta). Mentre le ombre calavano sulla Caja Magica, Thiem ha avuto la capacità di non perdere campo sui pallettoni di Nadal. Ha comandato gli scambi sin dai primi game, ma è stato aiutato da un Nadal un po' sottotono. Il rovescio arrivava a stento a metà campo, mentre il dritto era clamorosamente falloso. Raramente Rafa perde così spesso la misura del suo colpo migliore. Pur sciupando un setpoint sul 5-4, Thiem toglieva nuovamente il servizio a Rafa nel game successivo e chiudeva 7-5. Nel secondo volava 3-1, ma Nadal esalava l'ultimo respiro di resistenza artigliando il 3-3. Poteva cominciare una nuova partita, ma non era giornata. Troppi errori e una strana rassegnazione, anche con il linguaggio del corpo, hanno consentito a Thiem di vincere 10 dei successivi 11 punti. Di solito, Rafa non incassa un parziale del genere in un momento così importante. “Ovviamente sono deluso – ha detto in conferenza stampa – ho provato a rientrare, un paio di volte, ma oggi non sono stato bravo a sufficienza. Dominic è stato più bravo di me, fine della storia. Ci sono giorni in cui non riesci a giocare bene come vorresti. E può succedere perché il tuo avversario fa le cose giuste. Mi devo congratulare con lui”. Lo spagnolo ha poi aggiunto di non aver letto sufficientemente bene la palla. Per questo, non ha saputo cacciare Thiem fuori dalla zona di comfort. Va detto che, ogni volta che Thiem era costretto agli angoli, ne usciva alla grande con un rovescio a una mano che non sarà un capolavoro di eleganza ma sprizza forza ed energia in ogni singolo gesto.
BABY SEMIFINALE ZVEREV-SHAPOVALOV
L'effetto collaterale di questo risultato riguarda il ranking ATP. Pur essendo in vacanza (lo rivedremo tra un mese esatto, sull'erba di Stoccarda), Roger Federer tornerà al numero 1 ATP. Ma il tira e molla tra i due leader durerà ancora per mesi, tra punti da guadagnare e altri da difendere “Ho vinto 50 set di fila su questa superficie: oggi ho perso, ma fa parte dello sport – ha detto Nadal – per questo non posso tornare in hotel e pensare di dover fare un sacco di cose diverse per il prossimo torneo. Non sarebbe intelligente”. E se c'è una qualità che non gli è mai mancata, beh, è proprio l'intelligenza. I risultati di Madrid non possono essere un'indicazione troppo precisa di quello che succederà a Roma e Parigi: in condizioni “tradizionali”, difficilmente vedremo semifinalisti come Kevin Anderson e Denis Shapovalov: il baby canadese prosegue nella sua favola grazie al successo contro Kyle Edmund (ottenuto grazie a uno straordinario rendimento al servizio) e nella sessione serale, non prima delle 21, sfiderà Alexander Zverev. Il tedesco ha fatto quello che doveva contro John Isner. Per la gioia dell'ATP, che potrà scrivere sui propri canali che ci sarà una semifinale tutta “Next Gen”. Tra i quattro semifinalisti, il tedesco è l'unico ad aver già vinto un Masters 1000, ma adesso gli occhi sono tutti su Thiem. Dovrà dimostrare di non accontentarsi delle vittorie di tappa, ma di essere pronto per un bel successo. A Madrid sembra tutto pronto per conferirgli la prima corona.
ATP MASTERS 1000 MADRID – Quarti di Finale
Kevin Anderson (SAF) b. Dusan Lajovic (SRB) 7-6 3-6 6-3
Dominic Thiem (AUT) b. Rafael Nadal (SPA) 7-5 6-3
Denis Shapovalov (CAN) b. Kyle Edmund (GBR) 7-5 6-7 6-4
Alexander Zverev (GER) b. John Isner (USA) 6-4 7-5