La vittoria di Prajnesh Gunneswaran al ricco Challenger di Bangalore, peraltro in finale su Myneni, accende i riflettori sulla crescita del tennis indiano. Quest'anno hanno raggiunto una finale ATP e ben otto nei Challenger (con tre successi). Hanno tre giocatori vicini ai Top 100 e ottime potenzialità, visto l'enorme bacino d'utenza.

Tra circa 75 giorni, l'Italia di Coppa Davis affronterà una scomoda trasferta in India. Sull'erba di Calcutta, Fabio Fognini e compagni saranno chiamati a battere una squadra che – piano piano – sta acquistando una sua identità. La scorsa estate, Ramkumar Ramanathan è stato il primo indiano a raggiungere una finale ATP dopo 20 anni. C'è riuscito sull'erba di Newport, altro elemento che giustifica la scelta di ospitarci sui prati. Ma l'India ha vissuto una stagione molto positiva anche nel circuito Challenger, con ben otto finali e tre vittorie, resa possibile anche da un buon numero di tornei organizzati proprio in India. I tornei di Bangalore e Pune chiudono la stagione del circuito. Il primo, che l'anno scorso fu vinto da Sumit Nagal, quest'anno è andato a Prajnesh Gunneswaran. Un successo che vale, perché Bangalore ha aumentato il montepremi a 150.000 dollari, il massimo per un torneo della specialità (anche se il campo di partecipazione non era straordinario). Nella finale giocata sabato, davanti a parenti e amici, ha vinto il derby con Saketh Myneni, battuto con un doppio 6-2. Con questo risultato, si avvicinerà ancora di più alla top-100 ATP. A 29 anni, Gunneswaran ha vissuto la migliore stagione in carriera (lo scorso aprile si era aggiudicato anche il torneo di Anning). “Sono davvero felice di aver vinto qui – dice Gunneswaran, che ha perso un solo set in tutta la settimana – penso di aver giocato bene per tutta la settimana e il duro lavoro ha pagato. Ho iniziato la settimana con buona fiducia e l'ho costruita per tutto il torneo”.

NON SOLO DOPPISTI
Con un piazzamento intorno al numero 110 ATP, supererà Yuki Bhambri e diventerà il numero 1 del suo Paese. Ma la sua stagione non è ancora finita: dovesse giocare bene anche a Pune (stessa città che ospiterà un torneo ATP nella prima settimana dell'anno), potrebbe addirittura centrare l'ingresso tra i top-100. L'India ha una straordinaria tradizione nel doppio. Gente come Leander Paes, lo stesso Mahesh Bhupathi e Rohan Bopanna (che peraltro era in tribuna durante la finale a Bangalore) hanno scritto la storia della specialità. Hanno faticato di più in singolare: negli ultimi anni, l'unico a entrare tra i top-100 è stato Bhambri. Nel 2018 sta cambiando tutto: con la crescita di Ramanathan, un fiorente Gunneswaran, un Nagal in crescita e un redivivo Bhambri, era da parecchio che l'India non era così competitiva. Paese enorme, con oltre un miliardo di abitanti, ha potenzialità immense. Nei giorni scorsi, il torneo aveva acquistato uno spazio pubblicitario sul quotidiano “The Hindu”, uno dei più letti del paese. Con una tiratura che supera il milione e duecentomila copie, ha garantito una grande visibilità al torneo. Il fatto che sia stato vinto da un giocatore indiano ha dato una mano all'intera promozione. Si andrà avanti nei prossimi giorni con il torneo di Pune (giunto alla quinta edizione), che poi tra sei settimane ospiterà la seconda tappa del torneo ATP che per anni era stato ospitato da Chennai. Un mese dopo, ospiteranno l'Italia in una due giorni di Coppa Davis che non sembra per nulla scontata.