Le parole del numero 9 del mondo dopo aver sconfitto in finale Cameron Norrie

Matteo Berrettini ha, poche ore fa, portato a compimento un’impresa storica, risultando il primo italiano di sempre a trionfare nel prestigiosissimo appuntamento del Queen’s Club. Oggi, per alzare la coppa, ha dovuto sconfiggere in finale il padrone di casa Cameron Norrie, al termine di una partita molto equilibrata e chiusasi con il punteggio di 6-4 6-7 6-3. Dopo il match, l’azzurro ha potuto mostrarsi felicissimo davanti ai microfoni.

È stata una settimana fantastica – racconta Matteo – ho innalzato il livello partita dopo partita e oggi, nei momenti chiave, ho dovuto giocare il mio miglior tennis per prevalere, in quanto Cameron ha sfoderato un’ottima prestazione: è sempre un giocatore ostico da affrontare, perché è mancino e ha dei colpi spesso non semplici da leggere. Nel secondo parziale avevo avuto un’occasione sul 4-4 per chiuderla, ma purtroppo sull’erba funziona così: bisogna cogliere al volo la chance e non concedere nulla. Non è un caso che, poi, ho subito un minibreak nel tiebreak e quello ha fatto completamente la differenza. Mi sono sentito con Vincenzo adesso e mi ha fatto i complimenti, ricordandomi che vincere qui ti proietta tra i grandi nomi del tennis, ma, del resto, basta camminare tra i corridoi del circolo per rendersene conto: si vedono le foto dei nomi più illustri della storia del nostro sport e questo mi ha caricato alla grande, ci tenevo tanto a fare bene e sono contento di aver conquistato la coppa”.

Subito dopo un pensiero in vista del torneo di Wimbledon, dove, nel 2019, ebbe, per la prima volta in carriera, l’accesso alla seconda settimana di un torneo dello Slam: “Nel 2019 – afferma il romano – ebbi la possibilità di affrontare Roger Federer sul Campo Centrale di Wimbledon: era il mio sogno sin da quando ero bambino ed è stato davvero emozionante poter giocare quel match, nonostante persi molto nettamente. Quella partita, inoltre, mi ha aiutato molto ad affrontare con meno paura gli Slam successivi. Per quel che riguarda quest’anno, invece, mi sento in fiducia, sono consapevole di aver giocato tanti begli incontri e ho tante aspettative per Wimbledon. Detto questo, non sarà affatto facile: tutti a Wimbledon trovano ulteriori stimoli e vogliono vendere cara la pelle. Sarebbe bello, per me e per tutta la mia nazione, se l’11 luglio dovessimo riuscire a portare a casa sia il titolo di Wimbledon che quello degli Europei di calcio, ma è ancora troppo presto per ipotizzare una cosa del genere, dobbiamo superare ancora tantissimi step. Adesso ho bisogno di prendermi un paio di giorni di riposo per ricaricare le energie fisiche e, soprattutto, mentali”.

Per concludere, un pensiero su come, grazie all’allenamento e alla voglia di riscatto dall’infortunio, sia riuscito ad ottenere, nelle ultime settimane, alcuni risultati sensazionali: “In allenamento riflette il 7° giocatore della Race – da un lato è più semplice, perché si gioca senza la pressione del risultato, dall’altro manca la carica agonistica, quindi, personalmente, i punti più belli li metto a segno sempre in partita. Durante il match, infatti, mi metto pressione ed è da lì che riesco a tirare fuori il meglio di me. Un’altra cosa che mi sta aiutando in partita è la voglia di riscatto. Avevo iniziato bene il 2021, dovevo giocarmi un ottavo di finale Slam e mi sono procurato lo strappo agli addominali. È stato un duro colpo da accettare, ma, allo stesso tempo, mi ha dato quella voglia di rivincita, di tornare e fare meglio ancora di quanto stessi facendo: ecco la ricetta per questi due mesi grandiosi“.