L’azzurro vince in tre set e porta a casa il suo quinto titolo in carriera
Matteo Berrettini è il primo italiano di sempre a vincere il titolo del prestigiosissimo torneo del Queen’s Club: l’azzurro sconfigge Cameron Norrie 6-4 6-7 6-3 e si prende il trofeo più importante, fin qui, della sua carriera. Il tennista romano si avvicina sempre più ad eguagliare il suo best ranking: l’ottava posizione di Roger Federer, infatti, dista solo 347 punti e già a Wimbledon potrebbe arrivare il sorpasso, visto che l’elvetico è il finalista uscente. Incredibile come era dal lontano 1985 che un giocatore al debutto in questa manifestazione non riusciva a sollevare il torneo: a riuscire nell’impresa, 36 anni fa, fu un ancora minorenne Boris Becker.
Tra i due, è Matteo a partire meglio. Il britannico sembra essere un po’ contratto e, dopo 2 turni di battuta agevoli, cede il servizio a causa di due doppi falli. Il numero 1 del seeding, dal canto suo, trova sempre maggiore fiducia con il passare dei minuti, sale in cattedra con il servizio e vola sul 4-2: sono già 6 gli ace scagliati fin qui dall’azzurro. Norrie è in grande difficoltà, ma prova a rimanere aggrappato al punteggio, sperando in un eventuale passaggio a vuoto del nostro portacolori. Da qui in poi non ci sono grandi eventi da segnalare: i due sfidanti tengono con relativa tranquillità la battuta e il break del quinto game fa la differenza fino alla fine: 6-4 Berrettini dopo 33 minuti di gioco. Alcuni dati sono clamorosi: il numero 9 del mondo, oltre ad avere una resa con la prima pari al 90%, ha messo a segno ben 12 vincenti, mentre il britannico si è fermato soltanto a quota 1.
La seconda frazione si apre con un turno tenuto a zero dal padrone di casa, proprio come accaduto al via di questa finale, ma gli ace, da parte dell’italiano, fioccano sempre di più. Nei primi 6 giochi, è incredibile come ci siano 24 punti a 0 in favore del tennista alla battuta e il risultato, di conseguenza, recita 3-3. Si entra nelle fasi più calde del parziale, ma il londinese sembra nettamente più sicuro di sé rispetto alla prima parte di quest’incontro. Matteo, servendo per secondo, è costretto a rincorrere e ha tutta la pressione addosso, sebbene possa vantare il vantaggio di un set: non a caso, è lui ad andare per primo in svantaggio 15-30, tuttavia è bravissimo, grazie alla sua solita e chirurgica palla corta, a rimontare senza dover andare ai vantaggi. Successivamente, è l’azzurro ad avere le sue chance (ben 2 palle break), ma, anche stavolta, il tanto desiderato break non arriva. Berrettini non si dispera, torna alla battuta e vince il game agevolmente: siamo 5-5, il secondo set è equilibratissimo. Nel dodicesimo game, il numero 41 del mondo arriva a due punti dal set: il servizio di Matteo, allora, torna a salire in cattedra e, grazie a tre ottime prime, il laziale rimanda il verdetto al tiebreak. Norrie è il primo a mettere il naso avanti, vola 6-3 e si procura tre set point consecutivi, il terzo dei quali è quello decisivo: si va al terzo set.
Berrettini ora ha maggiori difficoltà, ma serve per primo e, pur con un piccolo brivido nel primo game, tiene la battuta e può andare a rispondere in vantaggio. Il dritto comincia ad essere meno penetrante e più falloso, il britannico, invece, si incita e concede sempre meno. Ecco, però, che, nel momento più inaspettato, arrivano due palle break fondamentali per l’italiano, non sfruttate anche a causa del grande coraggio mostrato da Norrie: 3-3. Il momento di svolta arriva nell’ottavo game: un apparentemente facile turno di servizio si complica per l’inglese, il quale si fa rimontare da 40-0 e subisce il break: Matteo, ora, può servire per il titolo. L’azzurro, nel momento decisivo, non sbaglia e chiude con il punteggio di 6-4 6-7 6-3.