Non lo segue più in giro per il mondo, ma Toni Nadal continua ad essere un punto di riferimento per il nipote Rafael. Si incrociano spesso nella maxi-accademia di Rafa, inaugurata un paio d'anni fa a Manacor. Non sorprende, dunque, che sia stato lo zio a indicare una possibile data per il rientro agonistico del nipote. A suo dire, dopo aver annunciato il forfait ai tornei asiatici di Pechino e Shanghai, Rafa potrebbe tornare a Parigi Bercy, ultima tappa della stagione “regolare” prima delle ATP Finals. Ha detto questo (e molto altro) a margine di una conferenza tenuta presso l'Università di Valencia, dal titolo: “Tutto si può allenare”. “Nell'ultima conversazione che abbiamo avuto, Rafa mi ha detto che sarebbe rientrato a Parigi Bercy e che avrebbe saltato i tornei asiatici perché non è preparato a giocare. Non ci sono ragioni per forzare il rientro. Ha già avuto esperienze in questo senso: se forzi, tutto si complica. A 32 anni deve fare quello che sta facendo, prendersi cura di sé e non mettersi troppa pressione”. La sua assenza in Asia, tuttavia, mette a repentaglio la possibilità di chiudere l'anno al numero 1 ATP, vista la furiosa rimonta di Novak Djokovic, vincitore a Wimbledon e Us Open. Più in generale, il fatto che i giovani non siano riusciti a scalzare i big neanche quest'anno, almeno nei grandi tornei, convince Toni Nadal a essere d'accordo con Marat Safin, che aveva definito “non all'altezza” la nuova generazione. “Lo vado dicendo da molto tempo, anche se non mi ero espresso in modo così crudo – dice Nadal – da sempre, le nuove generazioni hanno soppiantato i più vecchi, in ogni ambito. Questo non è successo, dunque deve esserci una spiegazione. Quando Rafa è arrivato nel circuito, i migliori avevano circa 21 anni. La fatica nel ricambio è qualcosa di strano, ma credo che sia in linea con il cambio della società, in cui i giovani non hanno l'impegno e la volontà necessarie”.
"DJOKOVIC È UN GRANDE RIVALE"
Federer, Nadal e Djokovic, quasi contemporanei, hanno vinto 51 Slam. Nessun trio ha mai intascato così tanto. A proposito di rivali, Toni Nadal ha manifestato una certa stima per Novak Djokovic. “Quando è tornato a concentrarsi solo sul tennis è tornato dove gli spetta. Sicuramente l'anno prossimo sarà il gran rivale, non solo per Rafa ma per tutti quelli che aspirano a vincere qualcosa. È stato un nostro grande avversario per tutta la carriera, l'ho sempre messo all'altezza di Federer. Quando mi chiedevano del Djokovic 'scomparso' io dicevo che, appena avrebbe voluto, sarebbe tornato ai massimi livelli”. Tornando a Nadal, le ATP Finals sono l'unico grande torneo mancante al suo palmares. Spesso questa mancanza di risultati è stata imputata alla collocazione in calendario, a fine anno, quando lo spagnolo non aveva più benzina, avendo speso più degli altri. Senza dimenticare le condizioni di gioco sul cemento indoor, non certo le migliori per lui (e tante volte ha auspicato una superficie "itinerante"). Chissà che lo stop forzato (dovesse rientrare davvero a Bercy, sarebbero due mesi) non gli dia la carica necessaria per presentarsi al massimo e dare l'assalto al torneo dei “Maestri”. Va detto che il torneo di Vienna gli ha offerto una wild card, ma per adesso non ci sono indicazioni sulle reali possibilità di anticipare il rientro. Nel frattempo, Andy Murray ha annunciato che chiuderà la stagione in anticipo, giocando ancora i tornei di Shenzhen e Pechino prima di anticipare le vacanze e – soprattutto – la preparazione per un 2019 che dovrebbe sancirne la rinascita. Al contrario, Nadal ha ancora qualcosa da chiedere al 2018. Bisognerà capire se il suo fisico glielo consentirà.