Come previsto, Rafael Nadal rinuncia alla trasferta asiatica, saltando i tornei di Pechino e Shanghai. Il problema al ginocchio accusato a New York è il solito, ma richiede altro riposo. In sedici anni da professionista "Rafa" ha chiuso una sola stagione senza ritiri o rinunce: il 2015. Ride Djokovic, che può addirittura tornare n.1 ATP già in Asia.La buona notizia è che non c’è nulla di nuovo o di diverso dal solito, perché il problema alla cartilagine del ginocchio destro di Rafael Nadal è ormai noto e stranoto, mentre quella cattiva è che l’unica cura è sempre la stessa: fermarsi e riposare. La notizia di una probabile rinuncia del maiorchino alla trasferta asiatica era nell’aria dopo il ritiro allo Us Open, e la conferma è arrivata nel primo pomeriggio, con un messaggio del diretto interessato sui propri profili social. “Come sapete – ha scritto il numero uno del mondo – mi sono dovuto ritirare dalla semifinale dello Us Open, e lo scorso lunedì sono andato dal mio dottore di fiducia a Barcellona, per verificare le condizioni del mio ginocchio. Malgrado questo dolore per me non sia nulla di nuovo, insieme al mio team medico e tecnico ho deciso che non giocherò i tornei in Asia, a Pechino e Shanghai. Ho bisogno di riposo per recuperare dal problema, come sempre. Sono davvero dispiaciuto di non poter incontrare tutti i miei fans in Cina e anche gli organizzatori dei tornei, che hanno sempre supportato me e il mio team”. Come accennato, forfait a parte, i suoi tifosi possono stare tranquilli: si tratta di un problema cronico dato dalla quasi totale assenza di cartilagine, che torna con una frequenza abbastanza regolare, tanto che Nadal si è quasi abituato all’idea che ogni torneo sul cemento possa costringerlo prima o dopo a gettare la spugna. Non c’è alcuna ricetta per risolverlo definitivamente, ed è impossibile anche da prevenire, visto che la causa è semplicemente l’attività: più Nadal gioca e più c’è il rischio di un’infiammazione, problema che nelle ultime stagioni l’ha obbligato a stare parecchio tempo lontano dai campi. Quest’anno Nadal aveva già saltato Acapulco, Miami e Indian Wells, a causa di un problema al muscolo ileo psoas accusato durante l’Australian Open, e ora deve aggiungere un altro forfait alla sua collezione, col rischio (concreto, secondo i media spagnoli) di non rivederlo più fino a fine stagione.DJOKOVIC PUÒ TORNARE N.1 IN ASIA
Ciò che sorprende, scorrendo un elenco di infortuni lunghissimo, è che in sedici anni di carriera Nadal è riuscito solamente due volte a disputare tutti i tornei prefissati: nel 2007 e nel 2015. Tuttavia, undici anni fa si ritirò all’esordio durante il secondo torneo dell’anno per un problema a un adduttore, quindi l’unica vera stagione senza ritiri o rinunce è stata il 2015, per assurdo la più deludente della sua intera carriera. Come se proprio il fatto di aver perso più spesso (e quindi giocato meno) gli abbia permesso di preservare il fisico. La scelta di rinunciare alla trasferta asiatica farà perdere a Nadal un totale di 1.100 punti, frutto del titolo di dodici mesi fa a Pechino seguito dalla finale a Shanghai. Una buona notizia per i suoi inseguitori, Novak Djokovic in primis, visto che secondo la matematica il serbo avrà addirittura la possibilità di tornare dall’Asia con in tasca il numero uno della classifica ATP. Federer, infatti, potrà solo pareggiare i 1.000 punti dello scorso anno, quando vinse a Shanghai, quindi (per ora) non avrà chance di sorpasso, e se non dovesse arrivare almeno in semifinale perderebbe anche terreno da Nadal. “Nole” invece la possibilità ce l’ha e pure bella grande, visto che fra Pechino e Shanghai (e in generale da qui a fine stagione) non deve difendere nemmeno un singolo punto. Attualmente la sua distanza da Nadal è di 2.315 punti: sottraendo i 1.100 che il maiorchino lascerà per strada, ne restano 1.215. Vuol dire che non avrà nemmeno bisogno di vincere entrambi i tornei: gli basta – si fa per dire – una finale a Pechino e un titolo a Shanghai. Risultati che per molti sarebbero impossibili, mentre per il Djokovic visto fra Wimbledon e New York appaiono persino probabili. Dopotutto, la leadership del tennis mondiale è già tornata sua, e molto presto sarà d’accordo anche la classifica ATP.
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