La presa di posizione di Alexander Zverev è significativa. Il tedesco è il più giovane tra i top-10 e molti gli pronosticano un futuro da numero 1. Il suo problema, in questo momento, è risolvere l'enigma nei tornei del Grande Slam. Nella notte italiana, il tedesco ha regalato all'Europa il punto decisivo per la conquista della Laver Cup. A margine del successo, ha fatto sapere che l'anno prossimo non giocherà in Coppa Davis. Visto che la manifestazione ideata dal Gruppo Kosmos avrà bisogno della partecipazione dei migliori per decretare il proprio successo, la sicura assenza (almeno a parole) di un giocatore come Zverev è una brutta botta. Proprio durante il weekend della Laver Cup, è stato chiaro: “Non giocherò la Coppa Davis a novembre. Non succederà”. Il tedesco ha poi motivato la sua decisione: “Ho sempre amato giocare in Coppa Davis con il vecchio formato. Adoro le competizioni a squadre, per me è un grande evento ogni anno”. In effetti, Zverev ha già giocato un buon numero di partite in Davis e ha partecipato alle ultime due edizioni della Hopman Cup insieme ad Angelique Kerber. “È un po' triste il fatto che la Davis si giocherà a novembre. Mi spiace, ma non posso giocare a tennis per undici mesi e mezzo. Ho bisogno di una pausa. Non è un gesto contro la Davis: amo la Coppa Davis, amo il mio Paese, amo i miei compagni di squadra. Se dovessero mettere qualche altro evento a novembre, non parteciperò. In definitiva, l'obiettivo è prepararsi nel miglior modo possibile per la nuova stagione e quello è l'unico periodo in cui possiamo allenarci. Se vogliamo essere nella migliore condizione possibile in Australia, giocare a tennis fino a dicembre è ridicolo per me”. Vista la probabile assenza di Roger Federer, la nuova Davis nasce già con un paio di assenze importanti. Va detto che Zverev viene da una federazione, quella tedesca, che si è fieramente opposta alla riforma.
FRANCIA-CROAZIA SULLA TERRA
A proposito di Coppa Davis, l'ultimo atto con il vecchio format si giocherà sulla terra battuta. Quella dei francesi è una scelta quasi simbolica, poiché – tra le tante brutture del nuovo format – ci sarà anche l'uniformazione della superficie. Dopo aver annunciato lo Stade Pierre Mauroy di Lille come sede, si erano presi qualche giorno di tempo per comunicare la superficie per ospitare la Croazia di Marin Cilic e Borna Coric. Quattro anni fa ci provarono contro la Svizzera di Federer e Wawrinka, ma andò male. Si pensava che giocare sulla terra fosse improponibile per questioni tecniche: il sabato precedente alla finale, il Pierre Mauroy ospiterà un match di rugby. Eppure, la FFT si è organizzata in modo da montare un campo in terra battuta e tempo di record. Ricordiamo, infatti, che il campo deve essere a disposizione delle squadre con qualche giorno d'anticipo. È una scelta comprensibile: Marin Cilic, numero 1 croato, ha vinto solo uno dei suoi 18 titoli ATP sulla terra battuta, e si presenterà a Lille dopo aver giocato le ATP Finals sul duro. Coric gioca piuttosto bene sulla terra ma i suoi migliori risultati nel 2018 sono arrivati sul rapido, con il titolo ad Halle e la semifinale a Indian Wells. Curiosamente, quest'anno la Croazia ha sempre giocato sulla terra. L'hanno scelta in tutte le partite interne: contro il Canada al primo turno, contro il Kazakhstan nei quarti e contro gli Stati Uniti in semifinale, La storia, tuttavia, è “nemica” dei francesi: nella loro storia hanno giocato quattro finali sulla terra battuta, perdendole tutte. Prima del 2014 si erano arresi nel 1982 agli Stati Uniti (a Grenoble), nel 1999 all'Australia (a Nizza) e nel 2002 alla Russia, a Parigi Bercy.