Nel sonnecchiante periodo post Wimbledon, in attesa che i big tornino in campo sul cemento americano, basta poco per strappare un titolo. Se ne è accorto Alexander Zverev, impegnato nella preparazione per i prossimi impegni (Washington, Toronto, Cincinnati). Una foto pubblicata dal giornalista americano "Scoop" Malinowski lo ha ritratto in compagnia di Ivan Lendl. La suggestione è forte, anche perché Zverev non ha mai nascosto il suo apprezzamento per l'ex numero 1 del mondo. Il contatto esiste da tempo grazie al preparatore atletico Jez Green, che aveva affiancato Lendl ai tempi in cui lavorava con Andy Murray. Già durante il Masters 1000 di Miami, Lendl si era fatto vedere in tribuna durante un match di Zverev. Le prime voci si erano diffuse in quei giorni, poi erano state alimentate dallo stesso Sascha un mese dopo, durante il torneo di Monaco di Baviera. Parlando di allenatori, aveva detto che si vedrebbe bene con due soli personaggi al di fuori di papà Alexander Sr.: Boris Becker e Ivan Lendl. Da una parte uno dei personaggi più carismatici di sempre, l'unico (oltre allo storico coach Marian Vajda) in grado di avere successo con Novak Djokovic, dall'altra un vero e proprio guru. E pensare che Lendl, dopo il ritiro agonistico, si era allontanato dal tennis per dedicarsi al golf, alla famiglia, ai figli. Poi fu ingaggiato da Andy Murray, incapace di vincere uno Slam nonostante quattro finali. Sotto la sua guida, Andy ha abbattuto ogni tabù. E Lendl ha dimostrato di essere un grande coach.
"IL TEAM NON È CAMBIATO"
Tuttavia non ama andare in giro e, dopo un secondo stint con Murray, ha preferito restare in Florida a supervisionare le giovani promesse USTA. Questo non significa che non segua con attenzione Zverev, ed è possibile che gli dia qualche consiglio a distanza. Tuttavia, sembra che la foto rimbalzata in tutto il mondo sia fine a se stessa. Qualche ora dopo è intervenuto Patricio Apey, manager di Zverev, smentendo qualsiasi tipo di collaborazione continuativa. “Posso confermare che si sono allenati insieme in Florida per due giorni – ha detto Apey – ma l'attuale team di coaching non è cambiato”. Non è la prima volta che Lendl ospita un top-player nella sua base di Saddlebrook. Qualche anno fa aveva accolto Grigor Dimitrov, ma era finita lì. Non c'è dubbio che Lendl sarebbe un grande innesto per Zverev, le cui difficoltà nei tornei del Grande Slam sono quasi “patologiche”. Sembrava essersi sbloccato al Roland Garros, con un buon quarto di finale (perso contro Dominic Thiem, ma non era a posto fisicamente). Tuttavia i fantasmi si sono materializzati di nuovo a Wimbledon, dove si è arreso al terzo turno contro Ernests Gulbis. Ai suoi tempi di giocatore, Lendl aveva incontrato tante difficoltà nel risolvere l'enigma Slam, poi però ne ha vinti otto. E da allenatore ha avuto lo stesso effetto su Murray. Vedremo se il corteggiamento di Zverev (perché di corteggiamento si tratta) avrà un qualche effetto. L'ultimo coach ad averlo seguito prima di tornare a tempo pieno con il padre era stato Juan Carlos Ferrero. Il progetto era iniziato lo scorso anno, di questi tempi, ma si è interrotto bruscamente (e con qualche polemica) prima di Indian Wells. Il tedesco tornerà nel circuito la prossima settimana, al torneo ATP di Washington. L'anno scorso si aggiudicò il titolo, in finale contro Kevin Anderson.