Prima ancora di mostrare soddisfazione per la prima finale in Australia, Zverev chiede rispetto e clemenza per il ritiro dell’avversario, che “ha dato tutto al tennis in questi 20 anni”

foto Ray Giubilo

Sascha Zverev si guadagna la sua terza finale Slam con poca fatica ma anche poca soddisfazione. E per prima cosa, mentre Djokovic sta ancora percorrendo il tunnel che lo porta fuori dalla Rod Laver e il pubblico rumoreggia, difende la scelta del suo grande avversario.
«La prima cosa che voglio dire è: per favore non fischiate un giocatore quando deve ritirarsi per infortunio», dice accorato. «So che tutti hanno pagato il biglietto, e volete vedere un match tirato in 5 set, ma Novak Djokovic ha dato tutto quello aveva a questo sport in questi venti anni. Ha vinto qui con un infortunio agli addominali, con un infortunio al polpaccio: per favore, mostrategli rispetto».
Piovono gli applausi, ma lo shock resta. Anche perché nel primo set si era visto un buon tennis e Djokovic non sembrava patire troppo.
«All’inizio Novak mi sembrava in ottima forma, ma nel tiebreak mi sono accorto che non si muoveva più bene. Ovviamente sono contento di essere in finale in questo Slam, ma non c’è nessuno per cui ho più rispetto di lui. Novak mi ha aiutato tanto quando avevo bisogno, è lui che chiamo quando sono in difficoltà, come ho fatto lo scorso anno a Shanghai quando ero in crisi dopo l’eliminazione agli Us Open».
Nella sua terza finale Slam troverà o Jannik Sinner o Ben Shelton: «Ben può servire ai 230 all’ora, e Jannik rispondere in meno del battito d’ala di una farfalla, quindi sarà duro in entrambi i casi».

Nel 2020 agli Us Open Zverev aveva ceduto in cinque set a Dominic Thiem dopo essere stato avanti due set a zero (2-6, 4-6, 6-4, 6-3, 7-6), mentre nel 2024, sempre in cinque drammatici set (6–3, 2–6, 5–7, 6–1, 6–2), si era dovuto arrendere a Carlos Alcaraz. Gli chiedono se, sapendo delle condizioni non ottimali di Djokovic, era entrato in campo più sollevato. «Non contro Novak, ad essere onesti. Ho giocato qui nel 2021 quando aveva uno strappo addominale e mi ha servito 28 ace. Sapevo che dovevo dare il 100%. Nel primo set ho giocato probabilmente uno dei miei migliori set del torneo e ho vinto solo 7-5 nel tie-break con lui che era infortunato».

Le sue aspettative per domenica, in una finale inedita per lo Slam sono semplici e scontate: «Sarebbe bello vincere un set in più rispetto ai primi due che ho giocato… Le finali dello Slam sono sempre difficili. Ho perso due volte al quinto set, una volta al tie-break del quinto agli Us Open. Sento che forse è arrivato il momento di avere un po’ di fortuna anche in una finale importante».
Sia contro Sinner sia contro Shelton il suo bilancio è positivo. Contro l’Italiano conduce 4-2, Jannik ha vinto solo la prima volta, nel 2020 al Roland Garros, e l’ultima, l’anno scorso a Cincinnati in una tiratissima semifinale (7-6 5-7 7-6), mentre si era dovuto arrendere due volte agli Us Open, nel 2021 e 2023. Uno solo il precedente contro l’americano: vittoria in tre set a Cincinnati 2024.