Sono tanti gli interessi di Zizou Bergs, dalla passione per la musica all’impegno per l’Africa
foto Brigitte Grassotti
Zizou Bergs, molto più che un soprannome. Il numero uno del Belgio che oggi pomeriggio incontra l’Italia in quello che va considerato già uno spareggio per la qualificazione – se vince 3-0, l’Italia è a Malaga – è nato 25 anni fa a Lommel, cittadina del Limburgo famosa per le sabbie d’argento che sostengono l’industria del vetro.
Papà Koen, CPO dell’azienda ferroviaria belga, e mamma Anne-Mie, fotografa, si aspettavano una figlia ed era già pronto il nome, Amelie, ma ovviamente si è imposto un cambio di programma e così – vista la passione calcistica di Bergs senior, all’anagrafe è spuntato il diminutivo di Zinedine Zidane, stella francese del Real Madrid e della Juve, che il compagno di squadra di Koen avevano appiccicato anche a lui vista la mania per i dribbling. Discreto da under 18 (numero 12 Itf), Zizou nel Tour non è stato un miracolo di precocità – anche perché ha parecchi altri interessi – ma negli ultimi due anni ha iniziato a ritagliarsi una classifica interessante con il suo tennis solido impostato sulla potenza del servizio, nonostante nel 2023 sia stato costretto ad abbandonare il rovescio a due mani per colpa di un infortunio al legamento della mano sinistra rimediato durante un doppio.
«Alla fine è stata una esperienza importante, perché ne ho approfittato per migliorare diritto e volée».
Si diceva degli interessi: oltre ad essere un musicista dilettante, suona la chitarra e le tastiere, e in futuro si vede come organizzatore di eventi sportivi. Nel suo presente, da otto anni, c’è invece l’impegno umanitario a favore dell’Africa. A 15 anni ha partecipato ad una missione in Burundi con una Ong, che lo ha molto colpito, e ha poi iniziato a inviare regolarmente materiale sportivo – maglie, racchette, scarpe, per i ragazzi locali – convincendo a sostenerlo anche il suo sponsor tecnico. «Voglio che anche altri possano partecipare alla magia del tennis – ha raccontato – Da noi in Europa è scontato mangiare con regolarità e avere vestiti e attrezzatura a disposizione, ma non in Africa, visitare quei posti mi ha aperto gli occhi».
A Bujumbura pare che non sia affatto difficile vedere tanti ragazzi ‘vestiti’ da Zizou, che ha confessato che vedere un giovane tennista del Burundi partecipare ad un Itf con racchette e completo inviati da lui «E’ stata l’emozione più bella».
Il suo coach è l’ex pro Ruben Bemelmans, n.84 Atp nel 2015, ma Zizou lavora anche con uno psicologo dello sport. In carriera ha vinto quattro Itf e otto Challenger, i suoi risultati migliori nel circuito li ha ottenuti negli ultimi mesi, con l’ingresso in top 100 e la vittoria contro il cileno Tabilo a Parigi, preceduta da un match molto combattuto contro Tsitsipas in Australia. A New York ha perso in quattro set contro Flavio Cobolli, suo probabile avversario di oggi, lasciando comunque una ottima impressione. E la beneficenza Bergs è abituato a farla solo fuori dal campo.