La cinese ha regolato in finale Vekic al termine di una settimana da sogno, storica per il tennis cinese

Tutto lo Chatrier che ribolle di bandiere rosse con le cinque stelle gialle, al ritmo di una musica dance. Chi l’avrebbe mai detto, alla vigilia. Qinwen Zheng è la prima tennista cinese a vincere una medaglia in singolare alle Olimpiadi, il Roland Garros prima della premiazione diventa una disco, ed è veramente difficile trovare un angolo dello stadio senza tifosi cinesi festanti.

E’ la rivoluzione di Qinwen, che arriva tredici anni dopo il primo Slam cinese vinto dal suo grande idolo, Li Na, e guarda caso sullo stesso campo. La terra (rossa) si addice alla Repubblica Popolare: chissà se l’Ultimo Imperatore, quello, appassionatissimo di tennis, del film cult di Bernardo Bertolucci ne sarebbe fiero. «Ho sempre voluto essere una delle atlete che portano medaglie alla Cina – aveva detto prima della finale – e ora ci sono riuscita. Ed è stata Li Na a insegnarmi che dovevo pensare in grande». A gennaio, battuta solo in finale a Melbourne dalla Sabalenka, aveva già rischiato di emularla, questo successo probabilmente la renderà ancora più famosa, e sicuramente più apprezzata dai dirigenti di Pechino che più che agli Slam badano da sempre al medagliere.

Quando Li Na battè Francesca Schiavone, nel 2011, la Zheng aveva otto anni. Seguire i suoi passi non è stato comunque facile, e non solo perché Qinwen ha dovuto sbarazzarsi della regina del Roland Garros, la numero uno del mondo Iga Swiatek, che qui sembrava imbattibile. Per diventare forte ha lasciato la sua città natale, Shiyan, nella provincia dello Hubei, a 8 anni, per trasferirsi a Wuhan – la città natale di Li Na – per allenarsi con i tecnici federali. «I mie genitori venivano a trovarmi una volta alla settimana, a volte ogni due settimane», ricorda oggi. A 11 si è spostata di nuovo, a Pechino, dove ha iniziato a seguirla l’ex coach di Justin Henin, Carlos Rodriguez, e poi in Occidente, a Barcellona, sotto la guida di Pere Riba (dopo una parentesi con Wim Fissette, il coach con cui Coco Gauff ha vinto gli Us Open l’anno scorso, che le ha rivelato i segreti della terra. Rispetto al suo grande modello, la Zheng, che da juniores è stata numero 6 del mondo, mentre oggi è numero 7 Wta, ha un tennis meno lineare, ma più potente, specie con il servizio. Li Na, uno dei ‘fiori d’acciaio’ di una generazione cresciuta in vista delle Olimpiadi Pechino nel 2008, però ai Giochi è arrivata al massimo quarta, mentre fino a oggi l’unico oro made in China era quello vinto in doppio da Li Ting e Sun Tiantian ad Atene nel 2004. Stasera potrà scatenarsi con il suo amato karaoke, cantando a squarciagola i successi di Eminem e Rhianna: la Cina, nel tennis, ha una nuova imperatrice.