Il mancino romano si è arreso a Khachanov, ma ha giocato un buon torneo entusiasmando il pubblico e mettendo in mostra un tennis efficace e spettacolare
Contro Khachanov la sfida si è rivelata troppo ostica per Giulio Zeppieri, ma da questo torneo il mancino romano può trarre buoni auspici
Al grido di «Giulio, Giulio» la folla del Pietrangeli aveva ieri condotto Zeppieri alla vittoria contro Maxime Cressy, francese di origine americano di adozione. Dopodiché non è che l’abbia lasciato al suo destino, al contrario ha continuato a sostenerlo a squarciagola anche quando l’eroe del giorno era ormai uscito dal campo. Il beniamino di casa ha mantenuto determinazione mentale nello scambio e nella diversificazione del ritmo, giocando i punti importanti in modo eccellente. La faccenda si era chiusa 7-6 al terzo tra il delirio generale.
Una bella prova, iniziata dalle pre-quali e approdata al primo turno facendo i botti. Un bel giocatore dal gioco mancino, n. 227 del mondo ma con un potenziale da primi cento. Il Gap è in una più frequente ricerca della rete e in quell’istinto gestuale, tipico dei mancini, che si traduce nel frustare la palla soprattutto con i colpi di dritto e servizio. Il gioco mancino mal sopporta briglie ai colpi e se nessuno proverà a farne uso, Zeppieri non potrà che fare progressi.