di Daniele Rossi – foto getty Images
Avevamo detto che la finale tra Nadal e Zeballos assomigliava tanto alla leggenda di Davide contro Golia. E anche stavolta ha vinto lo sfavorito, non con un colpo di fionda ma con una prestazione da tramandare ai posteri.
Quella che doveva essere una finale di normale amministrazione per Nadal, si è trasformata nel match della vita per l'argentino, che ha giocato un tennis straordinario, sostenuto da un'incredibile solidità mentale e da un atteggiamento di puro divertimento.
6-7(2) 7-6(6) 6-4, il risultato in due ore e quarantasei minuti di spettacolo.
Zeballos fin da subito fa capire di non voler fare da vittima sacrificale. Ha un movimento di servizio tutto particolare ma tremendamente efficace, gioca talmente lontano dalla linea di fondo da inciampare nei giudici di linea, ma è capace di mettere a segno fulminanti accelerazioni vincenti da entrambi i lati.
E' proprio Zeballos a procurasi due palle break nel secondo gioco dell'incontro, ma Rafa le annulla entrambe. Il resto del set è invece vincolato ai servizi e la soluzione è il tie-break, stravinto da Nadal per 7 punti a 2.
L'argentino però non cede di un millimetro e rimane pienamente nel match. Sul 2-1 del secondo set annulla due palle break (la prima con un ace) e costringe il maiorchino ad un secondo tie-break. Zeballos si porta sul 5-3 e poi sul 6-4, ma Nadal impatta sul 6-6.
Sembra un colpo mortale per Horacio, che invece si inventa una risposta vincente di rovescio nel punto successivo; Zeballos non trema sul terzo set point e si aggiudica il tie-break per 8-6.
Dopo una lunga pausa, Zeballos riparte male perdendo il servizio a zero. Sembra la spallata giusta per Nadal, che invece restituisce il favore nel game successivo. Nel prosieguo del set, il numero 73 Atp tiene il servizio agevolmente e si procura una palla break sul 4-3, annullata da Rafa con una stupenda voleé di rovescio.
Sul 5-4 e servizio Nadal, Zeballos si inventa però tre vincenti di seguito, uno più spettacolare dell'altro. 0-40 e tre match point per l'argentino. Basta il primo: drittone incrociato del mancino di Mar del Plata e recupero in rete di Nadal.
Lacrime e commozione per Horacio Zeballos, autore di una vera e propria impresa. Vincere il primo titolo Atp a 27 anni, battendo Nadal sulla terra rossa. Davvero incredibile la prestazione del sudamericano. Ha tenuto a bada le rotazioni di Rafa giocando molto lontano dalla linea di fondo, ma con una velocità di braccio incredibile è stato capace di mettere a segno valanghe di vincenti, tanto col diritto mancino, quanto col rovescio ad una mano.
Ma non solo: anche palle corte sempre ben calibrate, un servizio eccezionale (12 ace, il 78% di punti vinti con la prima, il 71% con la seconda), ottima tenuta atletica e la sana incoscienza di chi non ha nulla da perdere.
Proprio la posizione di super-sfavorito ha aiutato Zeballos, che ha giocato a tutto braccio ogni punto, pensando solo a divertirsi. Si tratta ovviamente del primo titolo in carriera per Horacio, che aveva giocato solo un'altra finale a livello Atp, nel 2009 a San Pietroburgo.
Brutta tegola per Nadal, che mai nella vita si sarebbe aspettato di perdere sulla terra con Zeballos. E con Rosol, è il secondo carneade a cui il maiorchino lascia il proscenio nel giro di pochi mesi. Pensate che si tratta della quarta sconfitta in finale sulla terra battuta in carriera: aveva perso solo con Federer ad Amburgo nel 2007 e con Djokovic a Roma e Madrid nel 2011.
Inoltre si tratta della terza sconfitta su 212 partite sulla terra che Rafa perde dopo aver vinto il primo set. Era successo sempre con Federer in quella famosa finale di Amburgo 2007 (quando Roger interruppe la serie di 81 vittorie di seguito sul mattone tritato di Rafa) e con Gaston Gaudio nel lontano 2005, nei quarti di finale del torneo di Buenos Aires.
La sconfitta di oggi si può spiegare innanzitutto con l'incredibile vena di Zeballos e poi con una minore sicurezza e reattività negli spostamenti. Nel terzo set è sembrato più spento fisicamente, anche più nervoso e falloso, sicuramente sorpreso dalla solidità mentale e tecnica dell'avversario.
Nonostante la sconfitta, da Vina del Mar Nadal trarrà cose positive. Arrivare in una finale dopo 7 mesi di inattività è un ottimo risultato e i pezzi del suo gioco sono tutti ancora lì. Le paure e le angosce patite lontano dai campi, sembrano essere ormai alle spalle.
Avrà tutto il tempo per rifarsi, ma intanto la notte del 10 febbraio è tutta di Horacio Zeballos.