Il circuito femminile ha perso il title sponsor e non conosce ancora la sede del Masters a partire dal 2014. Ma Stacey Allaster è ottimista e rigetta le accuse degli uomini.
Istanbul ospiterà il Masters WTA anche nel 2013, ma non rinnoverà
 
TennisBest – 24 ottobre 2012

 
La WTA sta vivendo un momento di transizione. Il Masters di Istanbul ha un grande successo di pubblico, ma l’accordo scadrà nel 2013 e non sarà rinnovato. La WTA presieduta da Stacey Allaster sta aspettando la lista finale di città candidate per ospitare i WTA Championships a partire dal 2014. Sono pervenute alcune proposte da Asia, Europa dell'est e America Latina. L’obiettivo della WTA è strappare un contratto quinquennale e creare un evento al di là della vicenda agonistica, magari creando un prologo di 3-4 giorni con un torneo junior ed uno per ex giocatrici. Nel frattempo, dopo l’uscita di scena di Sony Ericsson (oggi Sony Digital) come title-sponsor, la WTA è sempre alla ricerca di un nuovo partner. Nella settimana in cui gli occhi del mondo sono puntati sul tennis femminile, riportiamo alcuni stralci di un’intervista a Stacey Allaster pubblicata nei giorni scorsi dal New York Times.
 
Quanto sono importanti i WTA Championships nell’economia del circuito WTA?

Rappresenta il 40% dei nostri ricavi operativi netti. Per il nostro budget sono ancora più importanti del title-sponsor. Si tratta di un punto cruciale: è la nostra più grande piattaforma di marketing ed è fondamentale anche per le sponsorizzazioni.
 
Avendo una offseason più lunga, voi avete più libertà rispetto agli uomini per scegliere la sede dei WTA Championships. Quali sono le vostre preferenze?
Non c’è dubbio che sia preferibile andare dove ci sono possibilità economiche, strutture e sostegno del governo: noi abbiamo avuto modo di essere sostenuti da un governo. Se ci sono tutti questi elementi, è meglio andare in un luogo dove non c’è già una tappa del circuito WTA. E’ una delle cose belle del Masters: puoi andare in un mercato come Istanbul e costruirci il brand.
 
Com’è la vostra situazione a livello di sponsor?
Rimango ottimista sul fatto che potremo annunciare almeno uno, forse due, sponsor regionali per il 2013. Sono trattative con aziende di livello mondiale, quindi per noi sarà un bel momento di business. Per il title-sponsor ci sono ancora un paio di discussioni aperte, ma per una partnership di questo livello di vogliono 18-24 mesi. Eravamo comunque preparati a questo.
 
Lei è coinvolta a livello personale da tempo. Quanto è dura? Le problematiche sono dovute ai problemi economici oppure alle difficoltà che ha lo sport femminile nell’affrontare colossi come il calcio?
Sostituiremo Sony, non c’è dubbio su questo. E’ solo una questione del “quando”. Ci voleva tempo, non sono sorpresa di questo, è un grande investimento strategico. Di certo la crisi economica mondiale, i Giochi Olimpici e l’euro hanno messo da parte alcune discussioni. Ma penso che una volta finite le Olimpiadi ci siano state più attività.
 
Sarà necessario ridurre il montepremi dei tornei WTA?
Per niente. L’anno prossimo i montepremi dei tornei aumenteranno.
 
Nel frattempo il circuito maschile ha messo pressione sui tornei del Grande Slam e ha avuto un grosso aumento dall’Australian Open, il che significa 2 milioni in più per le donne. E’ manna dal cielo?
Li sosteniamo, assolutamente. Non c’è dubbio che gli uomini abbiano avuto una leadership su questo argomento. Ci sono momenti in cui la leadership la prendiamo noi, ma loro hanno fatto un grande lavoro ed ho grande rispetto per quello che hanno fatto. Si sono impegnati sul serio, soprattutto sotto la guida di Roger Federer.
 
Siete preoccupati dalle prese di posizione di alcuni giocatori come Gilles Simon e Janko Tipsarevic, contrari alla parità di montepremi tra uomini e donne?
Non ci sono dubbi sul principio. I tornei del Grande Slam si sono allineati a una società progressista. La parità dei montepremi è destinata a rimanere.
 
Ci sono alcune speculazioni, soprattutto nei Social Media, in cui gli uomini sostengono che le migliori giocatrici non hanno supportato la battaglia sindacale con gli Slam.
Cose senza senso. Discorsi folli. Noi supportiamo questa lotta e la sentiamo allo stesso modo. Vogliamo che gli Slam elargiscano un equo montepremi. Semplicemente gli uomini hanno un ruolo leader, ma quando ero candidata al ruolo di CEO le sorelle Williams mi hanno interpellato su questo argomento. Hanno detto che bisognava arrivarci. I rappresentanti degli Slam parleranno con le donne a Istanbul (è stato fatto proprio alla vigilia del Masters, ndr), poi io ho parlato con loro già a partire da Indian Wells, dicendo che era il momento di parlare anche con le donne. Mi dissero che avevo ragione. Replicai che era importante condividere la loro visione e il loro modello di business, come spendono i soldi e quanto vogliono investire sul tennis femminile al di fuori degli Slam. C’è una conversazione costruttiva in corso, stiamo costruendo sulle basi ottimamente create dagli uomini.
 
Cosa può dire della vicenda del medico spagnolo Luis Garcia del Moral, squalificato dalla USADA e interdetto dall’ITF? Ha avuto contatti a Valencia con Sara Errani…
Non ci sono indicazioni sul fatto che ci siano stati problemi con la Errani. Questo è tutto quello che posso dire. La Errani non è mai risultata positiva a un controllo, e non c’è alcun collegamento tra lei e Garcia del Moral. E’ andata a lui per altri motivi.
 
Pensa che il tennis debba destinare maggiori risorse all’antidoping? Guardando il caso Armstrong, sembra che gli atleti possano passare tutti i test del mondo, ma poi questo non significa granchè.
Il tennis è molto controllato. Ho grande fiducia nel programma e nel supporto offerto dai giocatori, 365 giorni all’anno sia dentro che fuori le competizioni. Tuttavia è vero che, dopo quello che è successo, tutti stanno cercando di capire come fare degli miglioramenti. Siamo tutti uniti per avere zero tolleranza per chi bara nel nostro sport.