Termina in semifinale la splendida corsa di Camila Giorgi a Sydney: l'azzurra gioca un buon match, ma la Kerber sembra davvero tornata ai livelli del suo magico 2016. La tedesca le lascia appena cinque game e si prende la finale con la Barty. Ora la Giorgi è attesa all'esame Melbourne: ci sono i presupposti per aspettarsi un bel torneo.I giocatori di tennis non sono molto abituati ad accontentarsi. Anche al termine del match migliore ci sarà sempre qualche rimpianto, qualche recriminazione, qualche se e qualche ma col potere – vero o presunto – di cambiare tutto. Ma anche una sconfitta per 6-2 6-3, apparentemente senza appello, può nascondere più di un motivo per essere soddisfatti, e non badare troppo agli aspetti negativi. Probabilmente non lo farà Camila Giorgi, battuta da Angelique Kerber nella semifinale del WTA Premier di Sydney, anche perché il principale aspetto negativo del suo incontro è stata… l’avversaria! Non è che Camila abbia giocato un tennis così diverso rispetto a quello che le ha permesso di mettere in fila Stephens, Kvitova e Radwanska, e riaprire l’eterno dibattito su cosa potrebbe e non potrebbe fare, su meriti e colpe del padre-coach Sergio, e via dicendo. La differenza l’ha fatta la giocatrice dall’altra parte della rete, molto più simile alla versione che nel 2016 arraffava due Slam e saliva al numero uno del mondo, piuttosto che quella che nella passata stagione ha giocato una sola finale a Monterrey, scivolando fuori dalle top-20. Ansie e pressioni sono volate via, è tornata la serenità e la tedesca sembra aver ritrovato tutte le sue armi: il servizio a uscire per aprirsi il campo, il diritto a uncino, il rovescio lungolinea, ma soprattutto quella difesa che scoraggiava le avversarie ancora prima di entrare in campo. Camila ha provato a scardinarla in ogni modo, ma la palla tornava troppo spesso, e anche se il campo ha mostrato un match equilibrato, il punteggio dice altro. Significa che per battere questa Kerber serve di nuovo tanto, tantissimo. Troppo per la Giorgi.
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A MELBOURNE PUÒ FARE UN BUON TORNEO
Sulla prova dell’azzurra pesano le otto palle-break (su nove) non sfruttate, specialmente quella che l’avrebbe mandata sul 3-1 del primo set, e le due per salire 4-0 nel secondo. Dopo il 6-2 del primo parziale l’azzurra ha avuto la forza di reagire, ha strappato finalmente la battuta all’avversaria e l’ha staccata di tre game, obbligandola a fare qualcosa in più. Fossero diventati quattro, forse il set poteva girare definitamente dalla parte dell’azzurra, ma la Kerber ha reagito. Ha salvato le due palle-break da 15-40 e ha vinto quel game, poi un altro, poi un altro ancora, fino a non cederne più nemmeno uno e chiudere dopo 74 minuti. “Non è facile giocare contro di lei – ha detto a fine match l’ex n.1 WTA –, e lo dimostra il fatto che nei giorni scorsi ha battuto ottime giocatrici. Io ho provato a rimandare tutte le palline dall’altra parte, e sono contenta di essere di nuovo in finale”. Se la giocherà contro la padrona di casa Ashleigh Barty, a segno nel derby con la Gavrilova. La Giorgi, invece, può partire in direzione Melbourne, dove all’esordio affronterà una qualificata e la Barty potrebbe trovarsela di fronte al secondo turno. I progressi mostrati a Sydney dicono che ci sono i presupporti per giocare un ottimo torneo. Non ha particolare importanza capire se Camila serve meglio (sia a livello di percentuali, sia di doppi falli risparmiati) perché è più tranquilla, oppure se è più tranquilla perché serve meglio, ciò che conta è che si sta notando un miglioramento. Come nella capacità di controllare meglio la sua potenza e di pensare quel filino di più, riassumibile in una maggiore consapevolezza del suo tennis. Tante volte ha mostrato segnali incoraggianti poi svaniti rapidamente nel nulla: l’augurio è che questa volta vada a finire diversamente.
WTA PREMIER SYDNEY – Semifinali
Angelique Kerber (GER) b. Camila Giorgi (ITA) 6-2 6-3
Ashleigh Barty (AUS) b. Daria Gavrilova (AUS) 3-6 6-4 6-2
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