E se fosse la superficie più imprevedibile l’unica a rispettare le gerarchie? Nel 2017 pazzo del circuito WTA, che ha visto più di una giocatrice alternarsi in un ruolo di vera numero uno che ancora cerca la sua padrona, l’erba pre-Wimbledon ha rispettato alla lettera le previsioni della vigilia. Secondo i bookmakers, già da dopo il Roland Garros le due grandi favorite per il titolo a Church Road sono Petra Kvitova e Karolina Pliskova, e proprio le due ceche si sono spartite i due titoli più importanti in avvicinamento ai Championships. Dopo il successo di Petra a Birmingham, che ha mostrato al mondo come l’aggressione di fine dicembre sia un capitolo ormai super-chiuso, ecco quello della Pliskova a Wimbledon, perfetto per giustificare ancor di più la fiducia degli esperti. La davano come favorita numero uno senza che avesse mai superato nemmeno il secondo turno all’All England Club, ma il successo all’Aegon International mette tutti d’accordo, e la porta a un soffio dalla vetta di una classifica mondiale mai così corta. Fra Angelique Kerber, numero uno, e lei, numero tre, ci sono appena 180 punti di differenza: vuol dire che la giocatrice che farà meglio sui prati di Church Road potrà andare in vacanza da numero uno del mondo, e la favorita sembra lei. Perché difenderà appena 70 punti (una miseria in confronto ai 1300 della Kerber e ai 430 della Halep), perché nonostante qualche problemino sulla terra battuta è stata la più costante in questa prima metà dell’anno, e ovviamente anche per il bel tennis giocato a Devonshire Park, dove l’ha spuntata con un doppio 6-4 nella finale contro Caroline Wozniacki, mettendo in bacheca il nono titolo in carriera, il terzo del 2017 e il secondo sui prati, dopo quello dello scorso anno a Nottingham.
QUEL PRECEDENTE DI 19 ANNI FA
Alla Pliskova è bastato un break per set per fare tutta la differenza del mondo: quando il servizio non le crea problemi, e può impostare il match come piace a lei, fermarla è veramente molto complicato. Nel primo set la 25enne di Louny ha allungato già nel quinto game e poi ha tenuto la rivale a distanza a suon di ace, senza concedere nemmeno una palla-break. Nel secondo, invece, è stata impeccabile nell’unico momento di difficoltà al servizio, in un sesto game da undici minuti, sette parità e quattro palle-break. Le ha cancellate tutte, sul 4-4 ha piazzato un secondo break e al servizio per chiudere ha aperto il game con due ace, come a voler mettere subito in chiaro che il trofeo fosse già nelle sue mani. “Ho dato uno sguardo alle statistiche – ha detto Karolina in conferenza stampa – ed entrambe abbiamo servito molto bene in tutti i due set, tenendo una percentuale molto alta. È stato un match deciso di pochi punti. All’inizio di questa settimana l’unica aspettativa per il torneo era di giocare qualche partita sull’erba. Non mi sarei aspettata di iniziare la stagione sull’erba con un titolo, ma questo mi dà un sacco di fiducia in vista di Wimbledon. Però non c’è nulla di scontato: anche lo scorso anno ero arrivata in finale (perdendo dalla Cibulkova, ndr) e poi a Londra non era andata bene. Spero che il titolo possa cambiare le cose”. Il sorteggio del tabellone le ha dato una mano, e c’è anche una statistica importante che le sorride. Karolina è la prima ceca a vincere a Eastbourne dal 1998, quando il titolo dell’Aegon International finì nelle mani di Jana Novotna. La stessa che due settimane più tardi alzò al cielo sul Centre Court i trofei di singolare e doppio. Non c’è bisogno di imitarla: alla Pliskova può bastare il primo…
WTA PREMIER EASTBOURNE – Finale
Karolina Pliskova (CZE) b. Caroline Wozniacki (DAN) 6-4 6-4