Lavora meno e vince di più: è la curiosa ricetta di Lesia Tsurenko, campionessa nel WTA di Acapulco per il secondo anno di fila. Contro la sorprendente Stefanie Voegele è arrivata a tre punti dal KO, ma ha girato il match sul più bello, vincendo la sua quarta finale su quattro e mostrando che a volte lavorare troppo può diventare controproducente.Ha dovuto lottare per quasi tre ore, arrivando a tre soli punti dalla sconfitta, ma Lesia Tsurenko è riuscita nel suo intento. È volata da Dubai ad Acapulco con l’obiettivo di indossare di nuovo il sombrero destinato ai vincitori dell’Abierto Mexicano Telcel, e nonostante una Stefanie Voegele più combattiva che mai se l’è meritato lei, brava nel corso del torneo a battere prima la seconda testa di serie Kristina Mladenovic e poi la terza, Daria Gavrilova. La svizzera, capace di conquistare la prima finale in carriera nel Tour da numero 183 della classifica WTA (ma è stata 42), si era invece occupata di far fuori la numero uno del seeding Sloane Stephens, aprire il tabellone e sfruttarlo a dovere, ma il suo sogno è durato fino al tie-break del secondo set della finale, ceduta per 5-7 7-6 6-2. Come accennato, nel dodicesimo game del secondo set la 27enne di Leuggen arrivata a tre soli punti dal successo, il problema è che quei tre punti li ha vinti tutti l’avversaria, che poi ha dominato (7-2) il tie-break e in avvio di terza si è presa immediatamente il vantaggio decisivo, scappando sul 3-0. Il break sarebbe tornato indietro poco dopo, ma la parità la svizzera non l’ha più recuperata, finendo per cedere gli ultimi quattro game del confronto alla 28enne di Vladimirec, numero 40 WTA. “Per me questo un torneo speciale – ha detto la Tsurenko durante la premiazione – e vincere qui per la seconda volta è una sensazione incredibile. Abbiamo giocato quasi tre ore, è stato un match nervoso e combattuto fino alla fine. Sono onorata di aver vinto un’altra volta”.
IL SEGRETO? LAVORARE… MENO!
Per la Tsurenko si tratta del quarto titolo WTA in carriera, dopo quelli vinti a Istanbul (2015), Guangzhou (2016) e appunto Acapulco, nella passata stagione. “Adoro questo posto – ha spiegato – e stare qui è come una vacanza. Adoro la possibilità di giocare la sera (condizione tipica del torneo, ndr), ed è come se la programmazione fosse sempre costruita ad hoc per me. Mi dà molto tempo per riposare, e quando gioco nella sessione serale mi sento sempre bene. Oggi è stata una dura battaglia dal punto di vista mentale. All’inizio ho faticato perché nel mio tennis non funzionava quasi nulla, specialmente il servizio, che già non è il mio colpo migliore. Mi sono solo detta di rimanere tranquilla e di continuare a lottare fino alla fine. Sempre di più, sempre di più”. Ha funzionato alla grande, visto che il match l’ha girato nelle fasi delicate del secondo set, anche grazie a un pizzico di esperienza in più in quelle finali che stanno diventando la sua specialità: ne ha giocate quattro e ne ha vinte altrettante. Il segreto? L’opposto di quanto si possa pensare. Tutti raccontano che la chiave del salto di qualità è il lavoro, mentre nel suo caso è l’esatto contrario. “In passato mi capitava di lavorare troppo e di rilassarmi troppo poco. Ora invece cerco di non caricare troppo negli allenamenti, e ho iniziato a lavorare di più con un preparatore atletico. Ho provato a coinvolgere più persone nella quotidianità del mio lavoro fisico e del recupero dopo gli incontri, e direi che ha funzionato bene, visto che in tutta la mia carriera non mi sono mai sentita così bene”.

WTA INTERNATIONAL ACAPULCO – Finale
Lesia Tsurenko (UKR) b. Stefanie Voegele (SUI) 5-7 7-6 6-2