Torna l'erba e torna a farsi notare Magdalena Rybarikova, che dodici mesi fa sui prati ha rilanciato la propria carriera, vincendo 18 partite in poco più di un mese e arrivando in semifinale a Wimbledon. A Birmingham la 29enne slovacca lascia 5 game a Karolina Pliskova, e conferma di essere fra le più pericolose sui campi verdi.Garbine Muguruza? No, Magdalena Rybarikova. La spagnola ha vinto Wimbledon, ma nel 2017 la regina dei pratiè stata di gran lunga la 29enne slovacca, che con l’erba sotto ai piedi vinse la bellezza di 18 partite in poco più di un mese. Conquistò due ITF da 100.000 dollari, la semifinale a Nottingham e soprattutto quella – impensabile – sui campi di Wimbledon, rilanciando così una carriera che pareva al capolinea, a causa di un paio di operazioni che l’avevano fatta scivolare fuori dalle prime 400 del mondo. La sua apparente imbattibilità sui prati, costruita grazie a un tennis che pare fatto apposta per l’erba, era stata la storia di quel periodo, e quanto sta succedendo dodici mesi dopo conferma che non c’era nulla di casuale. La tennista di Piestany vuol provare a ripetersi, e l’ha dimostrato all’esordio nel Nature Valley Classic di Birmingham, raccogliendo un gran bel successo contro Karolina Pliskova. Era da un po’ che la slovacca non si faceva notare, ma appena è tornata l’erba eccola di nuovo protagonista, peraltro contro una delle avversarie sconfitte nella sua meravigliosa cavalcata ai Championships. A Church Road finì con un 3-6 7-5 6-2 che stroncò più o meno sul nascere i grandi propositi della ceca, mentre all’Edgbaston Priory Club non c’è stata partita: la Rybarikova ha giocato a un livello eccezionale, deliziando il pubblico col suo tennis meraviglioso. Velocità? Poca, pochissima. Cervello? Tanto. Magdalena ha usato a dovere sia lo slice sia una mano davvero educata, e l’hard disk da picchiatrice della Pliskova non è riuscito a produrre i comandi giusti, condannando la sua padrona a un severo KO per 6-2 6-3, in un’oretta e spiccioli.COME NEL 2017?
In tutto il match la slovacca ha concesso appena un paio di palle-break, quando aveva la situazione pienamente sotto controllo (sul 5-2 del primo set) ed è sembrata di un’altra categoria, disinnescando spesso e volentieri il servizio dell’avversaria. “Karolina è una grande giocatrice – ha detto – e nutro un enorme rispetto nei suoi confronti. Credo che oggi non sia stato il suo miglior giorno, ma è stata una partita giocata soprattutto su servizio e risposta e io sono riuscita a fare meglio di lei. È questa la chiave del mio successo. Ho messo in campo tantissime risposte, e magari a lei è tornata in mente la nostra sfida di Wimbledon, dove avevo giocato veramente alla grande. Tuttavia, ogni match è diverso e oggi sarebbe potuta finire in un altro modo, quindi sono molto felice di aver vinto”. La scorsa settimana a Nottingham la Rybarikova è inciampata nella tedesca Mona Barthel, agli ottavi di finale, ma prova a rifarsi a una cinquantina di miglia di distanza. Potenzialmente sarebbe di nuovo in rotta di collisione con Garbine Muguruza in semifinale, come successo lo scorso anno a Wimbledon (quando la spagnola le rifilò un severo 6-1 6-1), anche se per arrivare fra le ultime quattro dovrà vincere ancora un paio di partite, a cominciare da quella già molto impegnativa contro Kristina Mladenovic. Tuttavia, non sono in molte nel circuito WTA a saper adattare così bene – e così in fretta – il proprio tennis ai prati, quindi non sarebbe una sorpresa vederla fare tanta strada sull’erba come lo scorso anno. Per arrivare di nuovo in semifinale a Wimbledon servirà un altro capolavoro, ma l’inizio è sicuramente incoraggiante.
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