La danese è molto ricercata dagli sponsor, ma il suo atteggiamento naif rischia di farle perdere qualche guadagno. Ma a lei non interessa. “Vorrei che il mio prossimo sponsor fosse un'azienda di cioccolato!”.

Di Riccardo Bisti – 25 settembre 2014

 
Appena messo piede nel suo appartamento di Manhattan, dopo aver perso la finale dello Us Open, Caroline Wozniacki ha avuto un sussulto. “Oddio, mi sono dimenticata di ritirare il prize money!”. Si trattava di quasi un milione e mezzo di dollari, cifra che cambierebbe la vita di molti di noi ma non della 24enne danese, che dopo la separazione con Rory Mcllroy è tornata (molto) competitiva sul campo da tennis. Con i suoi 700.000 followers su Twitter, la parlantina sciolta (pare che conosca almeno i rudimenti di otto lingue) e la coraggiosa decisione di correre la maratona di New York, Caroline è un personaggio a tutto tondo. La definitiva consacrazione, dopo aver presenziato alla settimana della moda a New York, è arrivata da Anna Wintour, direttrice di Vogue. “Cara Caroline, devi cambiare taglio di capelli”. Lei, ovviamente, ha eseguito. “Non puoi mica dire di no ad Anna Wintour”. Tuttavia, la Wozniacki deve ancora imparare molto dalle atlete che si sono costruite un'immagine vincente e quindi danarosa. In realtà, il suo rapporto con il denaro è abbastanza naif. Non solo si era dimenticata di ritirare il maxi-assegno dello Us Open, ma non sapeva – e non aveva nemmeno chiesto informazioni – su un bonus di 500.000 dollari che le sarebbe spettato per la finale a New York. Se le chiedete quanto paga papà Piotr per farle da allenatore, non vi saprà rispondere. “Lui lavora gratis, può avere tutto quello che vuole”. Maria Sharapova non risponderebbe mai così. “Io guadagno a sufficienza per mangiare e comprare belle scarpe: non gioco a tennis per denaro, le mie motivazioni sono altre”. In effetti, i suoi gesti sono dettati dalla spontaneità e dalla voglia di divertirsi. Tutti ricordano quando tirò un gavettone proprio alla Sharapova durante un giro di interviste a Indian Wells, o quando si imbottì gli abiti per imitare Serena Williams. La stessa Serena, sua ottima amica, le ha offerto da bere la sera stessa della finale allo Us Open. E Caroline non ha avuto remore nel ricordarlo durante la premiazione. 
 
ADIDAS NEL CUORE
I contratti con Adidas, Babolat, Rolex e altri sponsor minori le fruttano circa 10 milioni di dollari all'anno. Cifra importante, ma le sue potenzialità potrebbero renderla ancora più ricca. John Tobias, il suo manager, ha rivelato che di solito un cliente va subito a guardare l'ultima pagina di un contratto per vedere a quanto ammonta. “Lei non lo fa mai”. Non gioca per i soldi, gioca per la gloria, per l'ambizione di tornare laddove è stata, tra mille critiche, per 67 settimane: al numero 1 WTA. Tuttavia la sua immagine delicata, graziosa e vincente ha fatto si che diventasse uno dei personaggi più attraenti del circuito. Ma sembra che non le interessi. O meglio, le interessi il giusto. Il giorno dopo la finale di Flushing Meadows è andata a pranzo con John Tobias e Drew Lemesurier, i due agenti che curano i suoi interessi per conto di Lagardere Unlimited. Le hanno detto che il suo rendimento estivo ha portato il suo brand a livelli ancora più alti “e siamo in grado di capitalizzare il clamore che si è creato attorno a te”. In tutta risposta, Caroline ha detto: “Ultimamente, in effetti, ho giocato meglio”. Loro parlavano, lei accarezzava il suo cane e ascoltava distrattamente. Il suo interesse è stato catturato da alcuni abiti firmati appesi lì accanto. Glieli avevano preparati per la settimana della moda. Poi, a un certo punto, ha detto: “Ok, andiamo pure, ho una fame da lupi”. E pensare che gli sponsor la cercano da sempre, da quando aveva 10 anni. Il primo accordo risale al 2000, con Adidas. Per lei fu come trovare Babbo Natale sulla porta di casa, perchè le facevano arrivare tutto l'abbigliamento che voleva. Dovette aspettare tre anni per la prima sponsorizazione vera e propria, stavolta con Nike. Tuttavia, Adidas era nel suo destino. Nel 2006, dopo aver vinto la prova junior di Wimbledon, andò da John Tobias (che già lavorava per lei) e gli disse che voleva tornare al vecchio brand. Non lo faceva per soldi, ma per una questione affettiva. “Sono stati i primi a credere in me, sono dentro il mio cuore”

CONTRATTO AL CIOCCOLATO
Nel 2009, Adidas l'ha inserita nella ristretta lista di atlete che possono indossare gli abiti disegnati da Stella McCartney. Ha continuato a farlo anche nei momenti difficili. Momenti duri sul piano tecnico e commerciale, ma non su quello personale. Nel 2011 è nata la storia d'amore con Mcllroy, che il prossimo novembre avrebbe dovuto sfociare in un matrimonio. Poi lui l'ha lasciata dopo che gli inviti erano già stati spediti e il suo abito da sposa, griffato Vera Wang, era già stato ordinato. Anzichè cadere nella depressione si è rialzata, più cattiva che mai. Magari si sarà data della stupida per aver trascurato il tennis. Il mancato raggiungimento di alcuni obiettivi le ha fatto perdere alcuni bonus, per un totale di circa 4 milioni di dollari annui. E il rinnovo con alcune aziende si era improvvisamente complicato. Adesso è fortissima sul campo da tennis e single fuori. Single convinta. Durante lo Us Open, il designer Michael Kord le ha fatto pervenire un mazzo di fiori dopo una partita. Lei lo ha incontrato, lo ha fatto sedere nel suo clan durante il quarto di finale contro Sara Errani, ma la cosa non ha avuto un seguito. John Tobias, che ormai la conosce e sa come prenderla, ha strappato un'esibizione in Asia nel periodo di off-season. Compenso? 450.000 dollari. Tra un'attività e l'altra, è riuscito a farla firmare. I sogni per il futuro, tuttavia, sono sempre gli stessi. Caroline spera ancora di mettere su una famiglia e avere tanti figli. In fondo, quando con Mcllroy andava tutto bene, si era addirittura diffusa la voce di un possibile ritiro per dare spazio all'eventuale famiglia. “In fondo, se anche smettessi oggi, andrebbe bene” disse. Invece adesso è più forte che mai e correrà addirittura la maratona di New York. “So che non è una cosa positiva per il mio tennis, però è una scelta che mi è venuta dal cuore”. Prima di partire per Tokyo, dove ha perso in finale contro Ana Ivanovic, il suo manager le ha ventilato le possibili offerte contrattuali. “Vorrei un accordo con una ditta di cioccolato!” ha esclamato lei, raccontando che Roger Federer aveva messo una barretta di cioccolato Lindt nel suo armadietto allo Us Open. “Deve essere stata dura aspettare che finisse il torneo per mangiarla. Io farò un accordo soltanto per la cioccolata: non c'è alcun bisogno di soldi”. Caroline è fatta così, prendere o lasciare.