Lo spagnolo rilascia una bella intervista al The Times ed esprime due concetti importanti: in primis, non ha nessuna intenzione di mollare. Anzi, si preparerà più duramente del solito per tornare a lottare con i migliori. In secundis, vuole tracciare una linea alle illazioni sul doping. “Intraprenderò azioni legali contro chiunque farà insinuazioni senza fondamento”.

Mentre sulle colonne di “The Age” Pat Cash ipotizza un ritiro di Nick Kyrgios entro cinque anni, c’è chi – nonostante un palmares leggendario – non ha nessuna intenzione di mollare. Il 2016 sarà pure stata una cattiva annata per Rafael Nadal, però si sarebbe ugualmente qualificato per il Masters nonostante due mesi di stop estivo e la bandiera bianca alzata dopo Shanghai. Insomma, se il fisico reggerà (ed è questo il vero interrogativo), i numeri dicono che è ancora in grado di reggere un ruolo da protagonista. A maggior ragione dopo l’intervista rilasciata al Times, in cui ha sorpreso con una frase strappa-titolo: “Sono disposto a morire pur di continuare a competere per gli Slam – ha detto a Martyn Ziegler – lavorerò più duramente che mai per riuscirci, ci metterò tutta la determinazione possibile per tornare a lottare per qualcosa di importante”. Rafa ha poi ribadito cose già note, come il fatto di essersi infortunato (al polso) nel momento più importante dell’anno, al Roland Garros. “In quel momento stavo giocando bene e mi stavo divertendo sul campo da tennis. Ma queste cose succedono e vanno accettate. Voglio recuperare al 100% dagli infortuni, e mi ucciderò per riuscirci”.

Quello di oggi è un Nadal più sereno rispetto al passato. Paragonando i problemi attuali con quelli passati, alle ginocchia, ha detto che all’epoca fu molto più difficile. “Mi svegliavo ogni mattina con l’ansia di allenarmi e non riuscivo a godermi il tennis. Adesso è difficile, ma continuo a divertirmi”. Stimolato sull’argomento, è tornato sulla querela all’ex ministro francese Roselyne Bachelot, che lo aveva apertamente accusato di doping. Secondo la Bachelot, lo stop di sette mesi tra il 2012 e il 2013 era dovuto a una sospensione. Rafa ha messo la faccenda in mano agli avvocati. “Era il momento di mettere fine a certi rumori. Non era frustrazione, semplicemente le sue parole sono state la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Era il momento di tracciare una linea e dire che non si poteva andare oltre. A partire da adesso, reagirò sempre così verso chi lancerà accuse senza fondamento: azioni legali. So quanto valgo e quanto ho lottato per arrivare a questo punto”. Oltre a parlare della sua accademia, inaugurata tre settimane fa, lo spagnolo ha detto la sua sul ritiro. “Non ho mai avuto paura di ritirarmi. Adoro il tennis e mi piace giocarlo, ma la mia vita è fatta anche di altro. Sono sicuro che troverò molte cose da fare dopo il ritiro. Sinceramente non ho paura di non trovare nulla da fare dopo il ritiro. Anzi, è l’ultima delle mie preoccupazioni”.