Mark Woodforde è una leggenda. Nei gloriosi anni 80 e 90 è stato top-20 in singolare e numero 1 in doppio. Ancora oggi, è considerato uno dei doppisti più forti di sempre. Parte dei mitici “Woodies” in coppia con Todd Woodbridge, si è ritirato nel 2000 ma è rimasto nell'ambiente: ha lavorato per la Fed Cup, è stato capitano in Davis Cup Junior, è entrato nella Hall of Fame di Tennis Australia e oggi fa il coach: dà una mano a Marinko Matosevic e Mikhail Youzhny. Senza dimenticare il ruolo di opinionista: a Wimbledon lavora per BBC Radio e le sue opinioni sono sempre interessanti e mai banali. Vincitore di 17 Slam (12 in doppio più 5 in misto), si è concesso una bella chiacchierata con TennisBest. Siamo partiti da Wimbledon, transitati sul tennis australiano e parlato tanto d'Italia, a partire da quella Davis Cup Junior che Quinzi e Baldi gli sollevarono sotto il naso. Senza dimenticare la sincera passione per Simone Bolelli e l'apprezzamento per le scelte di Andreas Seppi. "Davvero ha lo stesso coach da 20 anni? Domani lo dirò in radio!".
Mark, chi vincerà Wimbledon?
Dico ancora Djokovic. Prima di tutto perchè è il campione in carica, poi per quello che ha dimostrato su tutte le superfici: terra, cemento, indoor…Tra l'altro, avrà un desiderio di vittoria ancora maggiore dopo la sconfitta a Parigi. Credo che la recente delusione lo renda ancora più favorito.
Quando Djokovic ha visto il tabellone, avrà esultato nel vedere Murray nella parte bassa?
Sicuramente. Per lui, Murray e Federer nella parte bassa sono un'ottima notizia. Giocano alla grande sull'erba e sono ex vincitori di Wimbledon. Credo proprio che il giorno del sorteggio tutti avessimo la curiosità di sapere da che parte sarebbero finiti Murray e Nadal. Il primo perchè è in lizza per il titolo, il secondo perchè ha un ranking basso e poteva finire ovunque. A volte il tabellone può fare la differenza, e stavolta l'ha fatta per Murray: per vincere il torneo, sulla carta dovrebbe battere Rafa, Roger e Nole. Mica facile. Molto meglio il tabellone di Djokovic. (l'intervista è stata realizzata poche ore prima dell'eliminazione di Nadal, ndr)
Serena Williams può completare il Grand Slam?
Certo. Ogni tennista, quando è numero 1 al mondo, sogna di poter centrare il Grand Slam. Credo che sia il traguardo più difficile per ogni sportivo, non solo tennista. Lei può farcela, è una vera dominatrice. Quando vinci in Australia e a Parigi, la parte più difficile è la pressione. Tra l'altro non è più giovanissima e sa di non avere molti anni di carriera davanti a sè. Dovrà stare molto attenta a prevenire gli infortuni e a curare il fisico. Deve mettere insieme una serie di cose per riuscirci, ma può farcela. Certo, deve riuscirci quest'anno….
Quanto è diversa l'erba di Wimbledon rispetto a quella degli anni 80 e 90? Pensi che Nadal e Djokovic avrebbero vinto due titoli a testa se si fosse giocato sui campi di allora?
Nadal non credo proprio. Dirò di più: sarebbe stato fortunato a raggiungere la seconda settimana. Quella era l'erba “vera”. Oggi è completamente diverso: i campi sono lenti, la palla rimbalza alta, si può giocare da fondocampo…no, Rafa non c'è l'avrebbe fatta. Djokovic? Forse nemmeno lui. Ricordi le difficoltà di Ivan Lendl?
Certo, però fece due finali e cinque semifinali.
Si, ma faceva una gran fatica. Credo che per Djokovic e Nadal sarebbe stato esattamente lo stesso. Sulla stessa erba di Lendl non avrebbero mai vinto. Ribalto il ragionamento: se Lendl avesse giocato sull'erba di oggi, avrebbe intascato almeno due Wimbledon. Forse tre.
La tua opinione di Nick Kyrgios? Ti ha sorpreso la scelta di lasciare Todd Larkham alla vigilia di Wimbledon?
Sono rimasto scioccato. Assolutamente scioccato. Per noi australiani, Wimbledon è il torneo più importante. Visto il suo grande risultato dell'anno scorso, quando raggiunse i quarti battendo Nadal, quest'anno si è presentato con molta pressione in più. Larkham lo conosce da quando era un ragazzino…e lo ha mollato. Ancora oggi scuoto la testa e mi domando cosa stia succedendo. Nick è un tennista molto potente ma è ancora giovane. Quando sei giovane credi di sapere tutto, magari anche di sapere come battere Raonic. Io invece credo che perderà. Ha avuto la fortuna di trovare un tabellone semplice nei primi due turni, e credo che la separazione con Larkham sia una delle ragioni per cui, probabilmente, perderà contro Raonic. Beninteso, mi dispiacerebbe!
Come mai il tennis australiano ha vissuto una crisi così profonda negli ultimi 10-15 anni? C'è stato un periodo in cui avete avuto un solo top-100. E come avete fatto a tornare alla grande nell'ultimissimo periodo?
Ci sono tanti motivi, ma credo che la ragione principale sia stata il cambiamento delle superfici. Se pensi alla “golden era” del tennis australiano si giocava soprattutto sull'erba. Il nostro tipo di gioco, basato sul serve and volley, era perfetto per l'erba. Infatti abbiamo avuto grandi successi. Lentamente, sia quando giocavo io che subito dopo, nell'epoca dei Rafter e dei Philippoussis, le superfici sono diventate sempre più lente e così i coach australiani hanno cambiato il loro modo di insegnare. E' stato un grosso errore: noi siamo atletici, ci piace giocare aggressivi, ma molti allenatori (senza un passato da giocatori, peraltro) hanno insegnato ai ragazzini a giocare come Nadal, lontano dalla riga di fondo, con tanto topspin. Non penso sia un buon modo di insegnare. Penso che sia ancora possibile giocare un tennis aggressivo su tutte le superfici, ma devi avere dei buoni maestri. E questa è la ragione della nostra rinascita: abbiamo finalmente buoni coach, ex giocatori che in passato hanno fatto grandi cose. I coach di adesso hanno la giusta mentalità, stanno insegnando ai ragazzi ad essere più aggressivi.
Risposta secca: l'Australia vincerà la Coppa Davis nel 2015?
No! (ride). Ovviamente me lo auguro, ma dobbiamo essere realisti. La semifinale sarebbe un buon risultato. Siamo favoriti col Kazakhstan, ma vedrei molto male la semifinale in Francia. Contro la Gran Bretagna, invece, avremmo buone possibilità.
Lleyton Hewitt sarà un buon capitano di Coppa Davis? E tu hai mai pensato di ricoprire questo ruolo? In fondo sei stato capitano di Davis Cup Junior. Tra l'altro avevate perso una finale contro l'Italia…
…E fu una bella partita contro Quinzi e l'altro ragazzo…come si chiamava? Ok, Baldi. Parto da me: la mia possibilità di essere coinvolto credo che sia passata. Il nostro tennis ha vissuto a folate: prima Newcombe e Roche, poi Fitzgerald e Masur. Ecco, dopo di loro avrebbe potuto essere il turno mio e di Todd Woodbridge. Invece hanno coinvolto subito Pat Rafter, a mio parere un ottimo capitano e allenatore. Credo che adesso sia fondamentale, quasi doveroso, che il leader diventi Lleyton Hewitt. Motivo? I tennisti di oggi hanno una grande opinione di lui e lo ascoltano con attenzione. Inoltre ha una grande esperienza ed è in grado di palleggiare con loro.
Quando hai affrontato Quinzi e Baldi nella finale della Davis Cup Junior, avresti pensato che avrebbero faticato così tanto nel passaggio da junior a professionisti? Li hai seguiti?
Onestamente non so che classifica abbiano, ma in effetti non li vedo in giro. Posso solo immaginare che ad oggi non stia andando troppo bene.
In questo momento Baldi è n. 951 (best ranking 776) e Quinzi 409 (best ranking 301). Quest'ultimo ha cambiato diversi coach negli ultimi dodici mesi. Dopo averli visti da vicino tre anni fa, sei sorpreso della loro situazione attuale?
Quinzi è il mancino, giusto?
Si.
Sono abbastanza sorpreso. Ricordo un giocatore solido e aggressivo. All'epoca avevo qualche dubbio sul suo sviluppo fisico nella transizione da junior a professionista. Stessa cosa per Baldi: era ancora un ragazzino, aveva un gioco abbastanza difensivo e doveva ancora imparare a chiudere i punti. Immaginavo che Baldi avrebbe avuto bisogno di più tempo. Oggi hanno 19 anni, è il periodo in cui mi aspetterei da i primi risultati. Davvero Quinzi ha cambiato coach così spesso?
Si sono alternati in cinque negli ultimi 12 mesi.
E' un disastro. Secondo me questo significa che non si prende la responsabilità del suo gioco e guarda troppo agli allenatori piuttosto che a se stesso.
Qual'è la migliore coppia di doppio della storia? E se i Woodies avessero affrontato i Bryan al top della forma, chi avrebbe vinto?
(Risata, ndr). Di sicuro i Woodies! In realtà abbiamo giocato, 3-4 volte. Noi eravamo alla fine della carriera e loro all'inizio, il bilancio è a nostro favore perchè abbiamo perso solo una volta. Si, credo ancora che vincerebbero i Woodies (altra risata, ndr). La migliore coppia…mamma mia, che domanda! I Bryan hanno vinto 108 tornei e credo che restera un record imbattuto. Il fatto è che loro giocano solo in doppio, sono specialisti puri. Io e Woodbridge giocavano anche il singolare, e così hanno fatto le altre grandi coppie come McEnroe-Fleming e Newcombe-Roche. E' una differenza molto importante, ma non si può negare che Mike e Bob siano una delle 3-4 coppie più forti di sempre. Non penso che siano i più grandi, ma credo che ci siano 2-3 team ad avere il diritto di essere presi in considerazione. E loro certamente fanno parte del gruppo. Ehi, l'intervista è finita?
Ci siamo dimenticati qualcosa?
Sono sorpreso che tu non mi abbia chiesto niente su Bolelli e Fognini.
Hanno perso al primo turno…
Simone è uscito anche al primo turno del singolare contro Nishikori. Peccato, Bolelli mi piace tantissimo. Credo che possa salire molto in alto e che giochi un tennis esaltante. Anche Fognini, se rimanesse più tranquillo, potrebbe ottenere grandi successi.Bolelli ha cambiato coach un paio di mesi fa, adesso lavora con un tennista degli anni 90, Giorgio Galimberti.
Molto interessante. Ti racconto questa: ho commentato la finale dell'Australian Open, che per loro fu un successo fantastico. Durante il torneo di Indian Wells stavo parlando con Vittorio Selmi e Bolelli passò con il suo coach. Vittorio disse: 'Mark, potresti dargli una mano con il gioco di volo. Se giocasse meglio la volèe, lui e Fognini vincerebbero diversi Slam'. Ho conosciuto il coach che lo seguiva in quel momento (Giancarlo Petrazzuolo, ndr) e mi è sembrato davvero un ottimo ragazzo. Non l'ho visto a Parigi e Wimbledon e ti confesso di essermi preoccupato, non sapevo che problema ci fosse. Adesso me l'hai spiegato tu.
Petrazzuolo ha poi seguito Quinzi, con cui ha terminato la collaborazione pochi giorni fa.
Ma pensa te. E' una caratteristica di tanti giocatori, specie giovani. Ed è interessante che Fognini, sulla carta il più 'vivace', abbia lo stesso coach da almeno un paio d'anni. Non mi sorprenderebbe che Fabio cambiasse coach ogni mese, perchè lavorare con lui non deve essere semplicissimo, invece merita i complimenti perchè lavora da tempo con Josè Perlas. Chissà, magari Fognini potrà spiegare a Bolelli che la continuità con un coach è la cosa migliore…
Ti farà piacere sapere che Andreas Seppi lavora da 20 anni con lo stesso coach…
Noooo!!! 20 anni??? Ricorderò assolutamente questa cosa e ne parlerò a BBC Radio! E' una cosa che mi piace tantissimo. Io ho lavorato con il mio coach, Ray Ruffels, per otto anni. Credo che lavorare a lungo con lo stesso allenatore sia molto importante: costruisce la fiducia e ti permette di avere grandi successi….Ma veramente Seppi ha lo stesso da 20 anni? Wow!