Novak Djokovic sconfigge Jannik Sinner a Wimbledon e scherza con i giornalisti a due giorni dalla 35esima finale Slam della sua carriera
Troppo Djokovic per Sinner. L’esperienza del campione serbo, che giocava a Wimbledon la sua 46esima semifinale di un torneo del Grande Slam, è emersa in tutta evidenza nella vittoria in tre set (6-3, 6-4, 7-6) sull’altoatesino, che era invece al debutto a questo livello.
Alla fine, i punti di differenza sono stati solo 10, come ha detto uno Jannik Sinner deluso ma non troppo in conferenza stampa: E anche Novak Djokovic, all’uscita dal Centre Court (un campo sul quale non perde dalla finale del 2013 contro Andy Murray), ha riconosciuto che il match è stato più equilibrato di quanto non dica il punteggio. In fondo, ha detto ancora Sinner, gli è sembrato di poter giocare quasi alla pari più in questa occasione che nei quarti di finale dello scorso anno quando pure aveva preso due set di vantaggio in avvio contro Nole.
Ma i punti di differenza sono stati quasi tutti quelli decisivi. Sinner ha avuto addirittura due opportunità di strappare il servizio al campione uscente già nel primo gioco e le ha sprecate con due errori gratuiti. Opportunità così non si ripresentano spesso contro il vincitore di 23 Slam. Subito dopo è venuto il break di Djokovic, sull’unico punto a disposizione in tutto il primo set. L’italiano ha mancato di nuovo una chance di accorciare le distanze al quinto game della prima partita.
Nella seconda, il copione si è ripetuto, con il break a favore del serbo nel terzo gioco, quando Sinner glielo ha messo a disposizione, tra l’altro, con un doppio fallo. Subito dopo, nuova chance per Sinner, che però l’ha fallita con uno dei tanti dritti in rete, il colpo più deficitario nell’incontro.
Alla fine del secondo set, l’italiano ha provato anche con qualche successo il serve-and-volley, l’unica variazione in uno schema di partita che lo ha visto quasi sempre scambiare da fondo campo con Djoko, il quale però su questo terreno ha una costanza di rendimento che non a caso lo distingue da tutti i suoi rivali.
Sinner ha rischiato di vedersi di nuovo scivolare via il terzo set già al terzo game, ma ha recuperato da 0-40, in un game nel quale tra l’altro ha messo a segno due ace e un altro servizio vincente. Va detto che il servizio della testa di serie numero 8 è apparso nettamente migliorato in questo torneo rispetto al passato, soprattutto per quanto riguarda la prima palla. Il set è andato sui binari della parità fino al 6-5 per Sinner, quando ha avuto due set point che lo avrebbero premiato, ma li ha mancati uno con il rovescio e l’altro con il dritto. Nel tie-break un altro doppio fallo sul 3-1 a suo favore ha pesato anche psicologicamente sull’altoatesino, che poi ha inevitabilmente dovuto incassare la sconfitta 7-4 dopo 2 ore e 47 minuti.
“Ho solo 21 anni”, ha dichiarato Sinner dopo la partita, consapevole dei margini di miglioramento ancora possibili. Sulla differenza di età ha invece scherzato Djokovic, che di anni ne ha già compiuti 36: “Sono contento di far parte della nuova generazione del tennis. I 36 sono i nuovi 26!”. Almeno mentalmente, come ha ammesso anche l’italiano, il campione in carica è per ora difficilmente arrivabile. I crampi di Alcaraz nella finale del Roland Garros sembrerebbero dimostrare la stessa cosa. Vedremo se questo si confermerà anche nella finale di Wimbledon.