Da Wimbledon, Alessandro Terziani – foto Getty Images
Si è parlato tanto di torneo delle sorprese, di ricambio generazionale. Ma la finale sarà ancora tra due dei Fab Four, Roger Federer (17 Slam) e Novak Djokovic (6). I due campioni hanno però guadagnato l’atto conclusivo con modalità molto differenti. Ha dovuto faticare non poco Djokovic per avere la meglio su Grigor Dimitrov in quattro set e in poco più di tre ore di gioco. Federer ha impiegato solo tre set in quasi metà tempo per battere Milos Raonic.
La prima semifinale ha visto in campo il serbo e il bulgaro. Il primo set si è deciso sul 2-2 quando Dimitrov ha avuto una sorta di black out nel proprio turno di battuta. Lo ha perso a zero per colpa di quattro errori gratuiti. In tutti gli altri giochi del set il ribattitore non ha realizzato più di un 15. Scambi praticamente inesistenti. Inevitabile il 6-4 per Djokovic.
Nel secondo set cala leggermente il rendimento al servizio dei due giocatori. Finalmente si può apprezzare qualche scambio e dei giochi più combattuti. Sull’1-1 Djokovic effettua il break, ma ne subisce due consecutivi sul 3-2 e sul 3-4. Dimitrov è più brillante negli scambi, il serbo è più falloso del solito. Un set pari.
Nel terzo set, come nel primo, il servizio torna a farla da padrone. C’è una sola palla break, non realizzata, a favore di Djokovic sul 3-3. Dimitrov gioca un tie-break disastroso in cui realizza solo due punti.
Il quarto set è quello più avvicente per gioco ed emozioni. Sull’1-1 break per Djokovic e immediato contro break, 2-2. Nei due giochi consecutivi spreca prima due palle break il serbo, poi tre Dimitrov, 3-3. Sul 5-4, servizio Djokovic, Dimitrov infila un paio di punti spettacolari e ha un set point che il serbo annulla con un servizio vincente. E’ancora tie-break. Dimitrov questa volta parte bene e si porta sul 6-3, tre set point. Il bulgaro non ne approfitta e Djokovic si porta sul 6-6. Un doppio fallo di Dimitrov ed è match point per il serbo. Djokovic tenta di sorprendere il bulgaro con un serve & volley ma viene inesorabilmente passato. Arriva un secondo match point. Sulla volée corta di Dimitrov il serbo lo passa con un diritto incrociato.
Djokovic, non particolarmente brillante, guadagna la finale dopo 3 ore e 2 minuti. Per Dimitrov, apparso più brillante del serbo, il sapore amaro di un’occasione mancata. Giocare meglio non serve se poi si falliscono le due/tre chance che i campioni ti concedono in tutto il match.
Partenza falsa per Raonic nella seconda semifinale con Federer. Parte al servizio e lo perde immediatamente. Lo svizzero rischia il contro break sul 4-3 ma tre servizi vincenti lo portano sul 5-3. Federer non ha problemi con il servizio sul 5-4 e capitalizza il break iniziale. Si gioca tutto sull’uno-due, gli scambi sono assenti.
Si deve attendere l’ora di gioco, verso la fine del primo set, per assistere al primo scambio di oltre cinque colpi. La partita è decisamente noiosa. Sul 4-4 Raonic non è improvvisamente assistito dal servizio e si ritrova 0-40. Alla seconda chance Federer colpisce con un perfetto rovescio lungolinea. Serve per il set ancora una volta sul 5-4 e lo chiude con l’ennesimo servizio vincente.
Il terzo set scivola via fino al 4-4 con il canadese che per la terza volta, una a set, gioca in modo disastroso il proprio turno di battuta. Va 0-40, salva la prima palla break con un ace ma capitola sulla successiva. Nel gioco successivo Federer chiude il match con un servizio vincente dopo 1 ora e 42 minuti.
Un buon Federer, eccellente al servizio e molto attento nei punti topici del match. Raonic ha servito complessivamente molto bene, ma le statistiche sono a volte menzognere. Ha servito benissimo in dodici turni di battuta ma ne ha giocati molto male tre, uno per set. Un po’ la media del pollo…
Semifinali
Djokovic b. Dimitrov 6-4 3-6 7-6 (2) 7-6 (7)
Federer b. Raonic 6-4 6-4 6-4