A Roger Federer è dedicata la copertina del nuovo numero, realizzata da Manuele Fior. Wimbledon e i Giochi sono il piatto forte di questo volume, con approfondimenti, racconti e interviste, tra cui una lunga chiacchierata con Tathi Garbin
Il più classico degli appuntamenti del tennis – i ‘Championships’ di Wimbledon – e le Olimpiadi, che quest’anno si terranno a Parigi, e per quanto riguarda il torneo di tennis in un altro dei luoghi sacri del gioco, lo stadio Roland Garros, sono al centro del nuovo numero di Tennis Italiano.
La copertina che dedichiamo a Roger Federer e al rimpianto che il re di Wimbledon ha lasciato in tutti i suoi tifosi, è stata disegnata per noi da Manuele Fior, fra i più famosi illustratori italiani.
Il fotografo ufficiale di Tennis Italiano, di cui anche su questo numero ospitiamo molti scatti d’autore è Ray Giubilo.
Il pluripremiato romanziere Marco Missiroli ci racconta con un pezzo in esclusiva di come la finale del 2019 di Wimbledon, con i due matchpoint sprecati da Roger Federer contro Novak Djokovic, siano stati uno spartiacque esistenziale, oltre che sportivo. Ludwig Monti, ex monaco di Bose e fra i più famosi biblisti italiani, ma anche grande appassionato di tennis e spettatore di Wimbledon, affronta, sulla scia di David Foster Wallace, il lato ‘mistico’ del fuoriclasse svizzero.
Al suono del tennis è dedicato un originale mini speciale in cui il direttore Stefano Semeraro racconta il lato ‘acustico’ degli Slam, mentre Gabriele Medri, ingegnere e musicista ci racconta l’importanza fondamentale di suoni e frequenze per i tennisti.
A Federico Ferrero è affidato il lato ‘noir’ di Wimbledon, con i misteri e i delitti maturati attorno al torneo più famoso del mondo. Alessandro Merli ce ne racconta la crescita, anche economica, Stefano Meloccaro esplora lo splendore emotivo e mediatico dell’erba, mentre la nostra inviata Valeria Solarino rivive l’esperienza della sua ‘prima volta’ oltre i Doherty Gates.
Giorgio Cimbrico e Nicola Roggero, due grandissimi esperti di atletica e di Olimpiadi ci spiegano con competenza e stile brillantissimo poi come il tennis, sport miliardario, è percepito e accolto ai Giochi, e quali discipline della ‘regina dei giochi’ avrebbero potuto frequentare i grandi campioni della racchetta.
Stefano Semeraro racconta le vicende romanzesche dei primi ‘ori’ olimpici del tennis, fra Atene 1896 e Parigi 1900, mentre Lorenzo Fabiano ha intervistato le uniche due medaglie italiane del tennis, anche se ottenuti in una edizione dimostrativa, Paolo Canè e Raffaella Reggi, mentre Luca Marianantoni come d’abitudine ci sostiene con un pezzo storico statistico.
Di Olimpiadi, e di molto altro, ci parla in una intervista esclusiva Tathiana Garbin, capitana di Billie Jean King Cup, che dopo aver superato il periodo oscuro della malattia, a Roma ha dialogato a lungo con la nostra Roberta Lamagni.
Il taglio tecnico si mescola poi a quello dei ricordi nel pezzo di Emilio Sanchez, argento olimpico a Seul in doppio, che affronta anche il problema dell’adattamento alle varie superfici in un anno particolare, che vedrà i tennisti costretti a passare dalla terra all’erba e nuovamente alla terra, in un tour de force che, come spiega la nutrizionista Laura Gogioso ha ricadute pesanti e a volte insospettabili sul fisico degli atleti.
Massimo Grilli e Claudio Giua ci raccontano le storie e i personaggi più interessanti usciti dal Foro Italico, dal doppio Errani-Paolini alla commovente vicenda di riscatto umano e sportivo di Stefano Napolitano. Sempre Grilli, insieme con le tavole di Emanuele Rosso, ci riporta nel clima dei circoli e della passione dei ‘quarta categoria’, mentre Carlo Annovazzi ci presenta, nello spazio dedicato ai circoli, l’esclusivo Harbour Club di Milano.
Milena Naldi, con la finestra sull’arte del tennis e il tennis nell’arte, Franco Alciati con la sua rubrica sul collezionismo e la esilarante ‘bustina di Minerva’ di Gene Gnocchi, completano un altro numero da leggere e collezionare.