I RACCONTI DI CINO – Non molti si sono accorti che la finale di Wimbledon l'hanno giocata…due italiani! Nel management di Murray e Djokovic, infatti, ci sono Ugo Colombini e Dodo Artaldi.
Dodo Artaldi (primo da sx) festeggia uno dei tanti successi di Novak Djokovic
Di Cino Marchese (*) – 10 luglio 2013
Con tutto il rispetto per Gianluigi Quinzi, brillante vincitore del torneo juniores, nella finale di Wimbledon 2013 si sono misurati due italiani! Purtroppo non sul campo, ma in tribuna. Parlo di Edoardo Artaldi, manager di Djokovic e consulente IMG (che lo gestisce) e di Ugo Colombini, advisor tennistico di Andy Murray. Edoardo, Dodo per gli amici, e Ugo sono due mie vecchie conoscenze. Entrambi sono stati buoni giocatori, al vertice delle classifiche junior dei loro tempi. Ho avuto a che fare specialmente con Dodo sin dall’inizio della sua carriera di manager sportivo quando lavorava per Sergio Tacchini, e poi nella sua lunga militanza con Lotto, dove abbiamo condiviso importanti progetti. Ugo invece l’ho conosciuto da bambino, quando venne con il padre ad una tennis clinic di John Newcombe che organizzavo in Sardegna e poi come giocatore nei diversi tornei da me organizzati. Ugo sembrava dovesse diventare un buon professionista, ma per sua fortuna si è accorto che poteva fare meglio occupandosi dei tennisti e partendo da zero si è fatto strada, fino a sedersi a fianco di Ivan Lendl nel palco di Andy Murray.
Anche Dodo è stato un ottimo junior e spesso è stato convocato nelle squadre nazionali italiane. Piccolino, in mezzo ad una nuova generazione di giganti, suppliva con l’intelligenza e la strategia di gioco e ha ottenuto eccellenti risultati. Anche lui ha provato a fare il professionista, ma come Ugo ha preferito entrare nello sports marketing, lavorando per Tacchini e Lotto e quindi per La Presse, potente agenzia fotografica e di marketing. Proprio in virtù del suo incarico in La Presse ha incrociato il suo destino con Djokovic e, piano piano, è diventato il suo uomo di fiducia e di fatto il suo manager, quando Novak ha sentito il bisogno che un esterno alla sua famiglia si occupasse di lui. E oggi che il serbo ha sottoscritto un contratto con IMG, ha preteso e ottenuto che Artaldi diventasse il consulente IMG completamente dedicato a lui.
Ugo invece ha fatto la vera “gavetta” e ha cominciato ad occuparsi di giocatori provenienti dall’Est Europa di seconda o terza fascia o di giovani talenti, con enormi difficoltà a contrastare i grandi gruppi multinazionali. Ma con ostinazione e pervicacia, è arrivato a Juan Martin Del Potro ed è stato capace di battere la concorrenza, diventando l’uomo di fiducia del padre che voleva rimanere in controllo della situazione e aveva paura di finire nelle mani delle grandi agenzie, che peraltro hanno fatto di tutto per portarglielo via. Con costanza e con il solo supporto di suo fratello Riccardo (a sua volta diventato capo del tennis e ora del calcio di Nike), Ugo è riuscito a rimanere in sella, fino a diventare anche l’advisor di Murray, dal momento che il suo manager Simon Fuller (che ha creato il fenomeno delle Spice Girls e poi si è occupato e si occupa di David Beckham) mastica poco il tennis e quindi ha sentito il bisogno di essere consigliato e assistito in materia da Ugo.
Dodo e Ugo, due storie simili ma differenti. Due ragazzi molto vicini a me, di cui sono fiero e orgoglioso di avere insegnato qualcosa e di essere stato parte della loro vita in periodi non sospetti e che oggi ricoprono posizioni importanti, al punto da portarli uno contro l’altro sul palcoscenico più importante del mondo. Quindi, aspettando Quinzi, ci dobbiamo accontentare ed essere fieri che due ragazzi Italiani siano finiti sul centrale di Wimbledon, seppure in tribuna.
(*) Cino Marchese è stato il più importante manager nella storia dello sport italiano. Per anni ha lavorato con la IMG, la più grande società di management dello sport mondiale.
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