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Ci sono due modi per osservare la sconfitta di Fognini, separati, paralleli, che non si toccano fra loro. Il primo è lo spettacolo offerto da un giocatore italiano sul campo da tennis più famoso del mondo, nel torneo più famoso del mondo, contro il numero uno del mondo. La solita gioia per gli occhi che un po’ va, come in un primo set giocato solo fino al 2-2 e in un terzo scivolato via in fretta con un fastidio al tendine d’Achille del piede destro, e un po’ viene. Sia in un secondo set aperto bene e proseguito meglio, contro un Murray che ha iniziato a dare l’idea di non essere imbattibile, sia in un quarto ricco di emozioni, con un point-penalty gratuito per “audible obscenity” che ha regalato a Murray il 2-2, ricevuto dal giudice di sedia Damien Dumusois solamente per essersi messo l’indice in bocca, ma accolto da Fognini con filosofia. In altri tempi avrebbe perso la testa, mentre stavolta ha capito che non era un momento fondamentale e ha lasciato correre, raccogliendone i frutti nel sesto game, quando con un doppio fallo Murray gli ha consegnato il break del 4-2, confermando che oggi si poteva fare sul serio, mentre su Twitter Pat Cash riempiva di complimenti il tennis di Fognini. Il secondo modo, invece, è guardare il confronto dal 5-2 del quarto set in avanti, e rammaricarsi al grido di “cosa sarebbe successo se…”. L’allusione sono i ben cinque set-point mancati da Fabio, in tre game consecutivi. Prima due sul 5-2, cancellati da altrettanti servizi di Murray, poi altrettanti sul 5-3, il primo da un passante di Murray e il secondo da una cattiva valutazione su una risposta del britannico. Fabio si è fermato chiedendo l’occhio di falco, dimenticandosi di aver finito i “challenge” nel game precedente. Non sarebbe cambiato il punteggio, visto che il diritto di Murray era chiaramente sulla riga, e non si può nemmeno dire che l’errore abbia condizionato Fognini, che dopo aver ceduto la battuta è ripartito subito fortissimo. Tuttavia, sommato ai vari episodi e anche a un quinto set-point scivolato lungo nel decimo game insieme a un recupero di diritto, quell’occasione finisce dritta nel ricco elenco di rimpianti che Fabio si è portato negli spogliatoi del Centre Court, insieme al filotto di cinque game che ha regalato a Murray la seconda settimana.
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Il vero merito del numero uno del mondo, nella sfida di oggi, è di aver fatto il numero uno del mondo negli ultimi due game, meglio tardi che mai. Ha capito che era il momento di affondare il colpo, per sfruttare i dubbi di Fognini e provare a evitare il quinto set e una probabile sospensione preventiva per la chiusura del tetto, in modo da poter continuare con le luci artificiali. Nell’undicesimo game ha tenuto un atteggiamento molto più positivo, allungando un paio di scambi per raccogliere altrettanti errori di Fognini, e non è affatto un caso che abbia chiuso col miglior game di servizio della partita, con due ace separati da altrettanti servizi vincenti che non hanno mai permesso a Fognini di far partire lo scambio. Resta una sconfitta che brucia, al termine di un match arrivato a un soffio dal cambiare padrone, ma anche tante conferme sul valore tecnico di Fognini, che a 30 anni dovrebbe aver finalmente capito di poter fare grandi cose anche sull’erba. Giocava contro uno specialista e l’ha messo all’angolo, comandando gli scambi e venendo sempre fuori con le soluzioni più interessanti. “È sempre difficile affrontarlo, perché ha tutti i colpi e movimenti veloci, mi ha tolto il ritmo”, ha detto alla BBC un Murray ancora scosso, che saccheggerebbe volentieri qualcosina dal tennis di Fognini. Cosa gli manca? Sempre la solita maledetta continuità, fondamentale per ambire ai titoli più importanti. Anche se non sembra il momento ideale per dirlo, visto che negli ultimi quattro tornei Fognini il suo l’ha sempre fatto bene, perdendo soltanto contro Nadal (vincitore), Zverev (vincitore), Wawrinka (finalista) e un Murray che difficilmente in queste condizioni vincerà il torneo, ma è pur sempre Murray, sul Centrale di Wimbledon. Magari qualcosa si sta muovendo e non ce ne siamo ancora accorti.
WIMBLEDON UOMINI – Terzo turno
Andy Murray (GBR) b. Fabio Fognini (ITA) 6-2 4-6 6-1 7-5
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