Erede di una categoria di giocatori belgi dal tocco sopraffine, David non è vistoso, ha l’aria mite, ma gioca un tennis incantevole. E la maturità della sua carriera potrebbe riservare qualche lampo inatteso

Un match tirato, spesso incerto tra l’una o l’altra sorte. Ha vinto Davide Goffin e giustizia vuole che sia questo vallone biondastro, dagli occhi chiari e i modi garbati a lasciare il segno sul campo numero 2 di Church Road. Quel break sul 5 pari del secondo poteva essergli fatale, e la volée vincente di rovescio appena appoggiata di Tiafoe sembrava portare con sé l’ingresso ai quarti di questo Wimbledon 2022. Ci fu un tempo in cui il belga riuscì ad approdare tra i primi dieci del mondo, dunque non è proprio un outsider, e di quella stagione il tennista di Liegi conserva il dono del bel gioco, quello che fa apparire facile ciò che facile non è. A ragion veduta, qualcuno lo associa ad Agassi, giacché pare che dell’asso di Las Vegas abbia ereditato quell’impatto «alare» reso possibile da un timing tirato a lucido che ricorda Roberto Bolle. Un talento che ama il tennis completo e su ogni superficie, a cui molti attribuiscono un gran rovescio, mentre lui predilige ampiamente il diritto che usa con grande disinvoltura da ogni zona del campo.

Un metro e ottanta di normalità per 70 chili di leggerezza, il belga non entrerebbe di diritto nella ristretta cerchia dei soggetti dalla stazza preoccupante che girano per il circuito. Una barbetta da poeta e quell’aria un po’ svagata ne fanno un soggetto poco incline alla chiacchiera, e che a incontrarlo di notte in una rue parigina potresti scambiarlo per Charles Baudelaire. Ma con quel decadentismo, il buon Davide non ha nulla a che spartire, giacché a trentadue anni suonati vanta 6 titoli in carriera, la 47esima posizione mondiale e il rispetto di tutto il circuito.

E’ curioso constatare come il Belgio abbia sfornato molti giocatori e giocatrici dal tennis ricercato. Penso a Rochus e Malisse, a Henin e Clijsters, tutti tennisti che hanno compensato alla mancanza del fisicaccio con un gioco di gran tocco. Essendo la sintesi di chi l’ha preceduto, Goffin passerà alla storia del suo paese come il maschio meglio classificato in campo mondiale. E non finisce qua. Dopo la splendida prestazione con Tiafoe, il virus di capire cosa sarà di lui ormai è in circolo e ho il sentore che pur non parlando di un giovanissimo, il belga sia nel pieno della sua maturazione, abbastanza fresco mentalmente e tecnicamente per disputare partite importanti con buone possibilità di successo. Se anche gli acciacchi si terranno alla larga, sarà ancora un bel vedere