Per raggiungere il terzo turno di Wimbledon, a Simone Bolelli serviva un’impresa contro Jo-Wilfried Tsonga, ad Andreas Seppi qualcosa di simile contro Kevin Anderson. Invece non c’è stato verso: sono arrivate due sconfitte in tre set, in dei match senza storia dall’inizio alla fine.L’occasione era di quelle importanti, perché capita una volta nella vita di potersi giocare un terzo turno Slam contro Ruben Bemelmans, numero 124 della classifica mondiale. Ma Kevin Anderson è più forte di Andreas Seppi, ha un passato e un presente migliore, ed è giusto che l’occasione sia finita nelle sue mani, senza lasciare troppi rimpianti nel braccio e nella mente dell’azzurro. Il sudafricano se l’è meritata dominando un confrontoche di fatto non c’è mai stato: alla vigilia il feeling di Seppi con l’erba aveva addirittura lasciato aperta una porticina, ma l’ex top-10 di Johannesburg l’ha chiusa senza il minimo problema, con le stesse armi che in passato l’hanno già condotto per tre volte alla seconda settimana a Church Road. Gli sono bastati appena 100 minuti per imporsi per 6-3 7-6 6-3, senza concedere l’ombra di una palla-break a un Seppi costretto a rincorrere già dall’inizio. Nei primi tre game l’azzurro ha vinto solamente un punto, e in tutto il match sul servizio del rivale è arrivato solamente tre volte a trenta, raccogliendo in tutto dodici punti. Vuol dire che l’allievo di Max Sartori non ha giocato il suo miglior tennis, ma anche che l’avversario ha tenuto una velocità troppo alta per il Seppi attuale, che sta lentamente provando a ritrovarsi dopo qualche mese complicato. Sicuramente si sarebbe atteso di più dalla sua campagna sull’erba, ma contro l’Anderson di oggi c’era ben poco da fare. È riuscito a restargli aggrappato solamente nel secondo set, cancellando un paio di palle-break fra primo e nono game, ma il tie-break dà quasi sempre ragione a chi se lo merita, e il doppio fallo di Seppi nel primo punto ha contribuito a rendere il tutto ancora più semplice.
BOLELLI NON ENTRA MAI IN PARTITA
Molto simile la sconfitta di Simone Bolelli, battuto per 6-1 7-5 6-2 da Jo-Wilfried Tsonga. Il bolognese, partito dalle qualificazioni e protagonista di un bel match contro Yen-Hsun Lu al primo turno, qualche chance l’ha avuta, ma più per colpa di uno Tsonga che si è preso qualche attimo di relax piuttosto che per meriti suoi. Basti pensare che il bolognese ha concesso palle-break in undici dei suoi tredici turni di battuta, una percentuale altissima sull’erba. Vuol dire che si è difeso bene evitando un passivo ancora maggiore nel punteggio, ma anche che ha approfittato di qualche regalo di uno Tsonga che una volta capito che per vincere gli sarebbe bastato tenere alta l’attenzione si è limitato al compitino. Sembrava di rivedere lo stesso Bolelli che al Roland Garros ha tenuto testa per un set a Dominic Thiem: gioca benino, dimostra di saper reggere lo scambio, ma gli manca sempre quel pizzico di cattiveria agonistica che potrebbe livellare ancor di più l’equilibrio. Perso rapidamente un primo set senza storia, Simone è riuscito a tenersi a galla fino al 5-5 del secondo. Ha anche avuto due palle-break per salire sul 4-2 (e sulla prima ha sbagliato un passante non impossibile), ma ha sempre dato l’impressione di essere in bilico, confermata dal break subito nell’undicesimo game peraltro con un diritto a campo aperto spedito fuori di un metro. Stessa musica nel terzo set: si è salvato nel primo e nel terzo game, ma il break era nell’aria, e dal 2-2 il francese ha preso il largo, chiudendo in un’ora e 55 minuti. Si poteva fare di più, ma sarebbe cambiato poco. Non sono queste le partite che Bolelli deve vincere per tornare fra i primi 100 del mondo.

WIMBLEDON UOMINI – Secondo turno
Jo-Wilfried Tsonga (FRA) b. Simone Bolelli (ITA) 6-1 7-5 6-2
Kevin Anderson (RSA) b. Andreas Seppi (ITA) 6-3 7-6 6-3