A Londra si continua a discutere della possibilità di ampliare il sito che ospita il terzo Slam, con il terreno al di là di Church Road che si trova in un vero e proprio contenzioso politico

Wimbledon è da sempre sinonimo di tradizione, di costumi che non cambiano e valore per la storia. Negli ultimi anni però sono state introdotte diverse novità – giocare la prima domenica del torneo, per dirne una – e così si è tornati a parlare del possibile ampliamento del sito del torneo. L’oggetto della contesa è il terreno al di là di Church Road, un parco pubblico di oltre 9 ettari sul quale investire oltre 200 milioni di sterline. Il Club infatti ha presentato un piano di investimenti che porterebbe alla costruzione di un terzo “show court” con una capienza di 8mila posti, il Parkland, e la costruzione di altri 38 campi più piccoli per poter disputare in loco le qualificazioni dello Slam e aprirne l’utilizzo anche ai cittadini londinesi. Quali sono i problemi per la realizzazione di questo impianto? Innumerevoli, proviamo a riassumerli brevemente.

Il primo e più controverso punto rispetto alla zona d’interesse è il suo status di Metropolitan Open Land (MOL). Si tratta di una denominazione che nel territorio londinese protegge alcune aree geografiche escludendo qualsiasi sviluppo dannoso, a meno che non possano essere dimostrate “circostanze molto speciali”. Proprio su questa dicitura tanto passibile di interpretazione, si gioca la partita dell’investimento richiesto dal Club. Le maggiori difficoltà nel far approvare il progetto sta nell‘abbattimento di alcuni alberi, evento che secondo il quartiere di Wandsworth andrebbe a bilanciare in negativo tutti i possibili aspetti positivi che deriverebbero dall’ampliamento del sito. Il quartiere di Merton, infatti, ha tentato di illustrare come l’intervento rientrerebbe nelle “circostanze molto speciali”: l’economia locale londinese ne trarrebbe vantaggio in termini di profitti, i cittadini andrebbero a riprendere possesso di una zona chiusa al pubblico da oltre cento anni e si genererebbero nuovi posti di lavoro. Inoltre si è tentato di rassicurare l’opposizione affermando che, in caso di abbattimento di alberi, sarebbero stati salvati tutti gli alberi così detti “veterani”. Tutto questo non ha però portato i consiglieri del quartiere di Wandsworth a esprimersi in maniera positiva. parere negativo a salvaguardia degli spazi verdi all’aperto e contro la maggior pressione a cui andrebbero incontro le infrastrutture del trasporto locale.

Come risolvere l’annosa questione? Anche qui occorre fare un piccolo passo indietro, e spiegare alcune dinamiche interne. Il terreno oggetto di contesa è infatti per il 90% del quartiere di Merton e per il 10% del quartiere di Wandsworth. Ciò significa che i comitati di pianificazione di entrambi i comuni hanno avuto voce in capitolo. Merton ha approvato lo schema con sei voti a favore e quattro contrari, mentre Wandsworth lo ha respinto all’unanimità. La palla passa quindi in questo caso nelle mani del municipio, visto anche la portata del progetto. Il sindaco ha nelle sue facoltà la possibilità di lasciare in vigore le decisioni del consiglio, ma vista la situazione di stallo è possibile che si faccia carico della richiesta e sia lui a prendere la decisione finale. Un aggiornamento sull’intera vicenda è previsto per il nuovo anno, con grande attesa da parte di tutte le parti coinvolte.

Il Club naturalmente ha tutto l’interesse nel vedere approvato il progetto, convinto che un ampliamento di questo tipo garantirebbe un’ulteriore spinta al prestigio di Wimbledon, che rischierebbe invece di rimanere indietro come evento culminante del tennis e senza cogliere la possibilità dei tanti benefici sul piano sociale, ambientale ed economico. Si tratta quindi di una questione di equilibri, tutti volti a considerare nella giusta accezione quelle “circostanze molto speciali” che sembrano essere l’ago della bilancia. Chi avrà la meglio nell’annosa disputa?