di Gabriele Riva – foto Ray GiubiloE’ stata la giornata delle rimonte, dei “quinti” set

di Gabriele Riva – foto Ray Giubilo

E’ stata la giornata delle rimonte, dei “quinti” set. Due match sono finiti così, alla lunga e entrambi in completa rimonta. Il primo in ordine cronologico è quello che ha visto in campo Mario Ancic. Il croato, sotto due set a zero contro lo spagnolo Fernando Verdasco, ha lasciato al mancino iberico i primi due parziali per poi rientrare, recuperando anche un break nella quarta partita. Il quinto e decisivo set ha fatto storia a sé, ventiquattro giochi hanno consegnato la vittoria al croato (13-11) che ora va ad affrontare in un quarto di finale piuttosto complesso per chiunque Re Roger (a proposito di Federer, ha vinto un match tutt’altro che semplice contro Lleyton Hewitt che ha saputo spaventare lo svizzero in cardigan solo nel primo parziale, finito al tie-break).

L’altra grande rimonta di giornata è quella più cara ai sudditi di Sua Maestà perché nei panni di Braveheart ci si è messo Andy Murray (scozzese, per l’appunto). Lui, che lottatore vero lo è sempre stato, è partito male contro un Richard Gasquet caldo e determinato a difendere i punti della semifinale conquistata sui prati dell’All England Club nel 2007. Il francesino ha sciorinato il solito bel repertorio, fatto di colpi puliti quanto il bianco dei completini wimbledoniani. Poi però, alla fine del terzo set, si è sentito crack, qualcosa si è spezzato e allora ecco l’asfaltata giusta per far partire la rincorsa di Murray. Rincorsa che ha trovato il traguardo passando per un 7-6 6-2 6-4 (nei soli parziali conclusivi, ovviamente) che ha mostrato ancora una volta, ammesso che ve ne fosse il bisogno, la combattività dell’uno e la scioglievolezza dell’altro. Esaltato al massimo, passo passo lungo la rimonta, Andy ha aizzato gli spettatori, ha esultato, ha urlato, ha mostrato denti e muscoli (non solo in maniera metaforica) a un pubblico inglese in versione Wembley.

Nel tabellone femminile le uniche che sfuggono alla categoria “sorprese” sono le sorellone Williams, entrambi già viste sorridenti coppa alla mano su questi campi. Sono nelle due parti di tabellone opposte, e questo farebbe presagire una finale con papà Richard protagonista. Ma in quest’edizione dei Championships in rosa nulla si può dar per certo. Non fosse altro che con l’uscita di scena di JJ Jankovic (per mano della Tanasugarn) e di Svetlana Kuznetsova (per mano della Radwanska) le prime quattro teste di serie del draw sono finite tutte quante anzitempo agli imbarchi di Heathrow, raggiungendo Ivanovic e Sharapova in coda al check-in.